Eguaglianza sportiva, il Consiglio delle donne lancia la petizione

Lo status di professionista, al momento, è riservato solo al genere maschile.

Eguaglianza sportiva, il Consiglio delle donne lancia la petizione
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Non suona assurdo definire “dilettanti” sportive come la nuotatrice Federica Pellegrini, la neo campionessa di sci Sofia Goggia o la tennista Francesca Schiavone? Eppure nel nostro Paese le cose stanno proprio così. Ma il Consiglio delle donne ha deciso di opporsi lanciando una raccolta firme per chiedere eguaglianza sportiva.

La petizione

“Firmiamo per abolire le discriminazioni di genere nello sport”: con questa petizione nei prossimi giorni il Consiglio delle Donne del Comune di Bergamo porterà l’attenzione sul tema della disparità di trattamento nel mondo della competizione sportiva, chiedendo che a queste venga posta una fine. La petizione verrà presentata ufficialmente durante la seduta del Consiglio comunale di stasera, lunedì 26 marzo.

Sei donna? Allora non sei professionista...

In Italia ancora oggi nessuna disciplina sportiva femminile è qualificata come professionistica, con pesanti ricadute in termini di mancanza di tutele sanitarie, assicurative e previdenziali. Anche l’Unione europea è più volte intervenuta per denunciare la disparità di genere nell’accesso e nello svolgimento dell’attività sportiva, chiedendo espressamente alle federazioni nazionali e alle relative autorità di assicurare alle donne e agli uomini parità di accesso allo statuto di atleta di alto livello, garantendo gli stessi diritti in termini di reddito, di condizioni di supporto e di allenamento, di assistenza medica, di accesso alle competizioni, di protezione sociale e di formazione professionale nonché di reinserimento sociale attivo al termine delle loro carriere sportive.

Stessi diritti per uomini e donne

Diversi i punti della petizione, tra cui che venga riconosciuta la parità tra uomini e donne nell’accesso allo sport, che venga concessa la possibilità di avere lo status di professionista sia a uomini sia a donne in ogni disciplina sportiva, che vengano concessi pari diritti a uomini e donne nello sport in termini di reddito, di condizioni di supporto e di allenamento, di assistenza medica, di accesso alle competizioni, di protezione sociale e di formazione, nonché di reinserimento sociale attivo al termine delle loro carriere sportive, e che venga garantita a donne e uomini pari possibilità di accesso ad ogni livello di rappresentanza in organi nazionali e internazionali e in ogni disciplina sportiva.

Insieme per vincere la partita più importante

Nelle prossime settimane sarà inoltre allestito, davanti a Palazzo Frizzoni, uno stand presso cui verrà distribuito materiale informativo sul Consiglio delle Donne e sul tema delle discriminazioni di genere nello sport, e presso cui sarà possibile firmare la petizione.

“Qualsiasi disciplina sportiva può essere praticata da donne e uomini, a patto che maschi e femmine possano esprimersi liberamente, senza essere etichettati come fuori ruolo. Esistono ancora molti elementi di discriminazione per le sportive donne, come il fatto che ad oggi ancora nessuna disciplina sportiva femminile è qualificata come professionistica - ha spiegato Emilia Magni, presidente del Consiglio delle Donne del Comune di Bergamo - Firmando questa petizione possiamo vincere la partita più importante: quella contro la violenza sulle donne e la discriminazione di genere”.

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