Esame in ospedale, lo prenota ma la struttura non glielo fa

La prenotazione c'è, l'attrezzatura anche, ma l'esame non s'ha da fare.

Esame in ospedale, lo prenota ma la struttura non glielo fa
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Una storia che ha dell'incredibile quella di una coppia di Fara Gera d'Adda. Hanno prenotato un esame in ospedale ma non sono riusciti a farselo fare. Così sono dovuti tornare a casa.

Esame in ospedale a 30 km da casa

Già in sede di prenotazione la coppia ha scoperto di doversi recare fino a Romano, a 30 chilometri da casa. E' la moglie a raccontare la vicenda: "Essendo residenti a Fara Gera d'Adda io e mio marito ci serviamo d'abitudine delle strutture ospedaliere a noi più vicine. Di solito andiamo a Treviglio o a  Zingonia, all'ospedale San Marco o all'Habilita. Tempo fa ho prenotato telefonicamente al Cup dell'ospedale di Treviglio una "stratigrafia" per mio marito che soffre di calcolosi renale. A Zingonia questo tipo di esame non veniva effettuato. L'appuntamento è stato fissato presso l'ospedale di Romano di Lombardia. Al momento della telefonata, infatti,  l'apparecchiatura di Treviglio era rotta. Così ci ha detto l'addetta del Cup".

Ma l'ospedale non è più attrezzato

E' sempre la moglie del paziente a raccontare i fatti: "La mattina del 15 novembre  mio marito ha preso un permesso lavorativo per andare a Romano per sottoporsi all'esame. Una volta in loco però si è sentito dire che in quella struttura non si effettua più quel tipo di esame. Mio marito quindi se n'è andato con un post-it redatto dal primario di radiologia (così crediamo). Il bigliettino è  diretto al medico che ha prescritto gli esami, che è il nostro medico di base, su indicazioni dello specialista di urologia che li aveva richiesti. Nel post-it ci sono indicazioni di eventuali esami sostitutivi. Esami che mio marito ha già fatto, ma il primario non sembrava interessato alle sue osservazioni. Non ha nemmeno tenuto in conto del fatto che gli esami fossero stati chiesti da uno specialista e non dal medico di base, che ha solo fatto la ricetta".

La prenotazione c'è, l'esame no

A quel punto la coppia ha pensato di aver sbagliato a capire. Forse la prenotazione non era stata effettuata su Romano. Così hanno chiamato il Cup. "Il giorno stesso ho chiamato il Cup di Treviglio per chiedere spiegazioni. L'addetta che mi ha risposto ha verificato che effettivamente la prenotazione ci fosse. La prenotazione c'era, anche se l'ospedale di Treviglio, a differenza di quello di Zingonia non manda email di conferma delle prenotazioni e quindi non abbiamo nulla di scritto in mano. La stessa addetta  ha trovato strano che il sistema informatico permettesse di prenotare esami non prenotabili. L'addetta ha poi parlato con la sua responsabile che ha contattato la struttura di Romano e alla fine mi è stato detto che l'ospedale di Romano ci avrebbe chiamato per spiegarci la causa del disguido".

L'attrezzatura c'è ma serve l'autorizzazione del primario

La telefonata di spiegazioni dall'ospedale, in effetti, è arrivata. Ma la spiegazione sembra rendere l'intera vicenda ancora più assurda. "La signora ha inizialmente ripetuto che il loro ospedale non fa più questo esame, nonostante sia uno dei pochi rimasti in Italia con la macchina per fare tale esame. A quanto ci hanno detto l'esame viene effettuato molto raramente, ma solamente se richiesto dal primario. Il primario,  nel nostro caso specifico, senza neanche conoscere mio marito, ha deciso che il paziente non lo avrebbe fatto. A suo dire la sua patologia non lo richiedeva. Nessuno  però ha pensato di avvisare in anticipo il diretto interessato".

Questo esame non s'ha da fare

"Mio marito ha ripetuto all'addetta che l'ospedale di Treviglio aveva prenotato l'esame presso la loro struttura. La signora si è assentata per qualche minuto ed è tornata dicendo che hanno deciso che ora non accettano più le prenotazioni per questo esame. Infine la signora ha concluso confermando che loro hanno ancora la macchina. Nel caso però in cui mio marito voglia fare davvero questo esame, si dovrà rivolgere al numero verde della regione Lombardia per trovare la struttura disponibile. Per concludere, mio marito ha sprecato un permesso lavorativo, tempo, benzina, denaro ecc, dopo settimane di attesa per l'esame richiesto, con risultato pari a zero, anzi meno".

La replica dell'ospedale

Dal reparto di radiografia dell'ospedale di Romano la replica sulla vicenda. "Ci ricordiamo perfettamente del caso in questione - dicono - nessuno si è rifiutato di fare l'esame al paziente. Semplicemente è un accertamento ormai obsoleto che non sarebbe servito a nulla. Il primario ha suggerito al paziente una serie di altri esami da fare con attrezzature più recenti".

Commenti
Franco V

Che senso ha la risposta dell'ospedale, se essa ignora deliberatamente che il cittadino in qestione ha dichiarato al primario di avere _già_ effettuato gli "esami da fare con attrezzature più recenti" ? E che senso ha che la prenotazione per un "accertamento ormai obsoleto che non serve a nulla" venga accettata, salvo poi comunicare direttamente alla persona che tale esame non si fa? Chi ci deve spiegare perchè tale esame è ancora prenotabile? Il primario evidentemente no, dato che non ha minimamente toccato l'assurdità del paradosso in questione. E quindi, a chi si deve far presente questa schizofrenia dell'eccellenza sanitaria lombarda?

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