Tradito da un berretto, il rapinatore finisce in carcere

Due anni ed un mese di reclusione: questa la pena che dovrà scontare per rapina aggravata in concorso. Legò la direttrice e la rinchiuse nell'ufficio

Tradito da un berretto, il rapinatore finisce in carcere
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Rapina alle Poste di Camisano: due anni dopo, il bandito finisce in carcere.

In cella un 37enne

Ieri è stato arrestato dai carabinieri di Treviglio A.G,   37enne di Calvenzano, riconosciuto responsabile di una rapina all'ufficio postale di Camisano. Il colpo a mano armata risale al 14 maggio 2015 (nella foto un frame del rapinatore in azione). L'uomo agì con un complice, rintracciato poi in Campania. L'ordine di carcerazione è stato emesso  dalla Procura di Brescia a seguito della condanna passata in giudicato.

In carcere

Due anni e  un mese di reclusione: questa la pena che dovrà scontare l'uomo, per rapina aggravata in concorso.   La rapina fu brutale: armati di pistola, i due banditi arrivarono a legare la direttrice dell'ufficio e a rinchiuderla in un locale.

Calvenzanese tradito da un berretto

Tradito da un berretto. Andò così al 37enne disoccupato, siciliano ma residente con la famiglia a Calvenzano.
Gli inquirenti erano risaliti a lui e al complice - M. G., 43enne palermitano, fermato a Marcianise (Caserta) - dopo una lunga e  articolata indagine.  I carabinieri, supportati dal Racis di Parma, hanno passato al vaglio le immagini delle telecamere di sorveglianza dell'ufficio e le impronte digitali rilevate sulla scena. Ad incastrare il rapinatore è stato il dettaglio del cappellino da baseball, con la visiera, che indossava quel giorno quando con il complice è entrato in azione verso le 13.45 del 14 maggio.

Direttrice ammanettata con fascette da elettricista

I due si erano presentati allo sportello armati di pistola, che avevano tenuto nascosta sotto la maglietta, e minacciando la direttrice l'avevano costretta a consegnare loro il contenuto della cassa. In totale un bottino di circa 500 euro. Presi i soldi avevano legato i polsi della donna con delle fascette di plastica da elettricista, prima di chiuderla in bagno e darsi alla fuga. E' stata la stessa dipendente delle Poste, pochi minuti dopo, a dare l'allarme, una volta riuscita a liberarsi. Le ricerche dei due rapinatori in fuga, condotte con più pattuglie dei carabinieri, non diedero però esiti positivi.

Indagini scientifiche

Raccogliendo le impronte digitali che i rapinatori avevano lasciato all'interno dell'ufficio postale e, soprattutto, passando al vaglio le immagini delle videocamere del circuito interno di sorveglianza, si arrivò a loro. Un lavoro certosino, che ha portato a raccogliere «prove inconfutabili» e ad identificare in G. A. e M. G. Il 37enne, disoccupato e con precedenti, era stato fermato sotto casa sua, a Calvenzano, e durante la perquisizione i militari hanno ritrovato l'abbigliamento e il cappellino che aveva utilizzato durante la rapina. Il complice, residente a Palermo, non è stato rintracciato dai carabinieri che però hanno inserito il suo profilo in una banca dati nazionale: sono stati i carabinieri di Caserta a rintracciarlo e arrestarlo, tra l'altro dopo che il 43enne aveva messo a segno un altro furto a Marcianise. Dopo quattro mesi di carcerazione, il 37enne era stato liberato in attesa di processo.

 

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