I fontanili: una risorsa da tutelare

Esistono dei paesi dall’etimologia incerta, come Soncino. Paesi con desinenze che fanno intendere la loro origine: tutti gli –engo, per esempio, tradiscono ascendenze longobarde (Pumenengo, Ticengo, Romanengo). E poi c'è Fontanella, dove il nome non nasconde proprio nulla. Questo comune, infatti, lo deve alle numerose risorgive presenti sul suo territorio.

Risorgive o fontanili?

In realtà, risorgive e fontanili non sono proprio la stessa cosa. Le risorgive sono pozze naturali che si formano quando l’acqua, scorrendo nel sottosuolo, incontra terreni impermeabili ed è quindi portata a riaffiorare. Spesso l’azione umana ha addomesticato questi affioramenti, regolandone la portata con apposite aperture, dette “polle”, e convogliando l’acqua in rogge e canali. Solo in questo caso si può parlare di fontanile.

Un record nella Bassa

«Qui a Fontanella – ha detto Lorenzo Dell’Onore, socio dell’associazione "Into the country" – abbiamo una varietà unica di questi manufatti, che differiscono soprattutto per la loro forma e modalità di costruzione. Siamo anche il paese con la maggiore densità di fontanili: ne abbiamo uno ogni 40 ettari di terreno, un vero record».

Patrimonio a rischio

Il numero e la portata dei fontanili può subire variazioni per cause naturali, ma le temperature dei giorni scorsi e, in generale, il riscaldamento globale mettono a repentaglio queste riserve di biodiversità. «Vedremo i risultati nei prossimi mesi: se i fontanili non si ricaricano con le acque irrigue o piovane possono risentirne pesantemente» ha spiegato Dell’Onore. Con la trasformazione da risorgiva a fontanile, l’uomo è riuscito a creare artificialmente una risorsa per l’irrigazione. Oggi la sfida è preservare queste oasi non solo per l'attività irrigua, ma anche servirsene come musei a cielo aperto, per scopi didattici e per aiutare la causa della sensibilizzazione ambientale.