Salviamo San Bernardino, ecco come con l'Art Bonus

I lavori di restauro, già iniziati, potrebbero concludersi entro l'anno e permettere l'apertura dell'Aula dei fedeli.

Salviamo San Bernardino, ecco come con l'Art Bonus
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Le aziende e i privati in prima linea per salvare San Bernardino. Come? Grazie all'Art Bonus e a una buona dose di amore per la propria città. A Caravaggio il mecenatismo fa centro e aiuta il recupero di un patrimonio importante come la chiesa quattrocentesca che si trova sul viale che porta al Santuario.

Gli interventi di recupero

Gli architetti Maria Teresa Piovesan e Gianmaria Labaa e gli assessori Pierluigi Lanzeni e Federica Banfi

E’ proprio grazie alle donazioni, arrivate attraverso l’Art Bonus che i lavori di recupero possono proseguire e concludersi, almeno una prima parte, entro fine anno. Se ne è parlato martedì sera durante una conferenza a cui ha partecipato anche l'architetto Gianmaria Labaa.
«I lavori sono iniziati dal tetto e sono durati dal 2014 al 2016 - ha spiegato l’assessore al Patrimonio Federica Banfi - A novembre, invece, è iniziato l’intervento sulla facciata che si concluderà entro la fine di aprile. A maggio, Soprintendenza permettendo, contiamo di iniziare il lavoro di restauro degli affreschi che durerà fino a ottobre. Infine a dicembre toccherà all’impianto elettrico e di riscaldamento».

Le aziende diventano mecenati

Al momento questi interventi sono resi possibili dai contributi di alcune aziende del territorio: Proform Srl, Finzeta Srl e Mareca Srl hanno finanziato il recupero degli affreschi interni, il ciclo della Passione di Cristo, il fregio perimetrale, le pitture murali e il descialbo delle pareti.
Il primo finanziamento per le pedane riscaldanti, invece, è arrivato dall’Its Sisa Detergenti Srl, mentre la famiglia Bianchi Razzini ha permesso, nel 2008, di effettuare lo studio di fattibilità dell’architetto Gianmaria Labaa.

Come funziona l'Art Bonus

L’Art Bonus riconosce un credito d’imposta pari al 65% dell’importo donato, a chi effettua donazioni liberali a sostegno del patrimonio pubblico. Per effettuare la donazione è necessario utilizzare il conto corrente del Comune di Caravaggio (IT71C0707652770000000170685 - Banca Cremasca e Mantovana) con la causale: «Art Bonus - Erogazione Liberale per comune di Caravaggio, restauro chiesa S.Bernardino; codice fiscale o P.Iva del donatore». Per info visitare il sito internet.

I problemi di umidità

Nonostante l'impegno profuso finora la chiesa ha bisogno ancora di fondi e di tanti interventi soprattutto per mettere fine al problema dell'umidità. Risolta la percolazione dal soffitto ora resta da risolvere quella di risalita che sta «mangiando» le pareti e le relative decorazioni. Si dovrà, poi, intervenire sugli affreschi che presentano deterioramenti e distacchi, sui dissesti strutturali ed effettuare una pulitura su tutta la superficie.

Le scoperte del restauro

Più che di un restauro dovremmo parlare di un vero e proprio viaggio nella storia, ricco di scoperte incredibili. Come quella, effettuata proprio durante i lavori sulla facciata della chiesa, che hanno permesso di capire come, in origine, quest’ultima fosse intonacata e affrescata. Non quindi, la facciata spoglia con mattoni a vista a cui siamo abituati, ma un tripudio di colori su sfondo bianco. Una scoperta sensazionale fatta dal team diretto dall’architetto Gianmaria Labaa e dalla moglie Maria Teresa Piovesan.

Chiesa dell'osservanza francescana

San Bernardino, che risale al 1472, è una tipica chiesa dell’osservanza francescana costituita da uno spazio, l’aula dei fedeli, dove ci si riuniva in preghiera e una seconda stanza riservata ai religiosi. Queste erano collegate da un tramezzo dove, in questo caso, si trova il grande affresco del Fermo Stella (del 1531) raffigurante la Passione di Cristo e scene di vita di Gesù. Sul lato nord, invece, troviamo le tre cappelle che in origine, però, dovevano essere sei. Tre furono poi demolite, ma le tracce della loro esistenza sono ancora chiare.

Don Franco lancia l'appello

L'appello ad aiutare il recupero di San Bernardino è arrivato anche da don Franco Perdomini. «Ho un sogno da oltre vent’anni che è quello di riuscire a trasformare quella che era diventata la casa di nessuno nella casa di tutti. Prima di “andare in pace” - ha scherzato don Franco - vorrei vedere risorgere e sorridere a nuova vita la chiesa che mi è stata affidata».
Proseguiranno, con ancor più vigore, anche le attività dell’associazione «Salviamo San Bernardino» grazie alla quale era partito l’iter iniziale che ha portato alla sistemazione del tetto.

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