Torna a suonare l'orologio di Morengo

Il grande ritorno dopo 13 anni grazie alle mani esperte di Luigi Ferri

Torna a suonare l'orologio di Morengo
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Per tredici anni è stato dimenticato all’interno della torre campanaria, finché nel 2015 il suo vecchio custode, il sacrestano Luigi Ferri, ha chiesto di poterlo prelevare per sistemarlo e restituirlo alla comunità nuovamente funzionante.

L'orologio della Torre

Stiamo parlando dell’antico orologio della torre, un pachidermico marchingegno dal peso totale di 113 chilogrammi, che Ferri ha restituito al Comune in occasione della festa delle associazioni iniziata venerdì scorso.
Acquistato dal Comune nel 1967 – dell’orologio utilizzato prima di questo non vi è alcuna traccia, - questo meccanismo ha funzionato all’interno del campanile fino al 2002, grazie soprattutto alle cure del sacrestano: «Per 10 anni, prima di dedicarmi a questo orologio, ho lavorato in un’orologeria di Milano – ha spiegato Ferri, - poi, dal 1972, mi sono occupato gratuitamente di quest’orologio, il pendolo posto all’interno della torre campanaria. Ogni settimana, o anche più spesso, dovevo salire sulla torre e riportare su il contrappeso di questo bestione, che poteva scendere fino a 16 metri. Nel 2002 il parroco, don Agostino, ha deciso di cambiare il sistema campanario abbandonando il vecchio sistema a favore di un orologio elettronico direttamente collegato alle campane. Questo orologio è stato allora dimenticato all’interno della torre, e per anni è rimasto lì, dimenticato da tutti».

Il ritorno dopo 13 anni

Non proprio da tutti, però, perché dopo 13 anni, nel 2015, Luigi ha chiesto all’Amministrazione comunale di poter prelevare il vecchio cimelio al quale, dopo 30 anni di incessanti cure, era inevitabilmente affezionato. Dopo due anni di lavoro, ecco finalmente che l’orologio è tornato a disposizione della comunità: «Non è stato facile recuperarlo – ha spiegato ancora Ferri – perché essendo più grosso delle aperture interne alla torre, l’abbiamo dovuto calare a terra dall’esterno. Una volta portato a casa, l’ho rimesso in funzione e ho apportato diverse modifiche: ho fatto in modo che i meccanismi possano essere visti da tutti, e l’ho rimesso a nuovo, ma soprattutto ne ho modificato il funzionamento: la batteria adesso dura appena un paio d’ore, e l’orologio funziona a corrente».

Prodotto dalla fabbrica di fiducia del Vaticano

Dopo qualche ricerca, Ferri ha anche scoperto che l’apparecchio in questione è stato prodotto nel 1940 dalla ditta Trebino, la stessa fabbrica di fiducia del Vaticano: «Prima di servire la nostra comunità – ha spiegato – è stato per una decina d’anni in un campanile del Veneto. È un pezzo di valore, con i meccanismi in ottone, e sono felice sia tornato a segnare il tempo».
L’orologio ora è stato restituito all’Amministrazione comunale, e verrà con ogni probabilità esposto nell’androne del palazzo comunale perché continui ad essere utile e visibile a tutti.

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