Mostra di stemmi e reperti di Colleoni

Gli oggetti saranno visitabili per tutta la durata della festa dei due castelli. Tra questi la campana più antica della bergamasca, datata 1458

Mostra di stemmi e reperti di Colleoni
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Mostra di stemmi e reperti al castello di Malpaga. Durante la tradizionale festa dei due castelli è stata aperta la mostra storica dei segni araldici al tempo di Colleoni.

Mostra di stemmi e reperti

Nel castello di Malpaga la mostra «Gli stemmi ritrovati. Segni araldici nelle sale del Maniero». Qui sono stati raccolti e descritti gli stemmi della famiglia Colleoni che hanno coperto un terzo di millenio. Sono rappresentati e descritti nei loro dettagli. I primi risalgono alla prima fase dei lavori, a metà Quattrocento. L’ultimo stemma è del 1791.

Il tavolino

Oltre alla mostra sugli stemmi, erano esposti dei reperti storici, appartenuti a Colleoni. Ad esempio un tavolino in legno e marmo con lo stemma di Martinengo Colleoni scomposto nei quattro elementi. Il piano è in marmo intarsiato: in alto si trova l’aquila Martinengo, in alto a destra i gigli d’Angiò, in basso a destra tre cuori rovesciati, in basso a sinistra la banda con le teste di leone. Al centro poi vi è una corona con visibili tre fiori e due perle con al centro uno scettro. I quattro elementi compongono lo stemma Martinengo Colleoni secondo l’ordine che fu solitamente utilizzato dal ramo di Cavernago ed in epoca tarda da quello di Malpaga.

La campana più antica della bergamasca

La campana della rocca di Malpaga è, per quanto risulta, la più antica della bergamasca ancora oggi conservata, benché fessa; essa è in bronzo, di forma gotica di passagio a quella rinascimentale. Ha un’altezza di 595 millimetri ed il diametro maggiore di 498. La campana di Malpaga reca la data 1458, l’anno in cui Colleoni concluse la prima fase di lavori al castello, acquistato nel 1456. Oggi sono rarissime le campane così vecchie. Sulla campana vi è una sorta di bollo rotondo con il nome di Bartolomeo capitano generale ed un altro più piccolo con quello di sua moglie Tisbe o Tisma Martinengo.

La croce

Nel castello resta una croce in ferro battuto con elementi in ferro ed altri in latta. Originariamente il pezzo era costituito dalla croce greca patente (dalle estremità allargate) ancor’oggi presente, da una sfera in latta (della quale oggi rimane la metà inferiore), da una banderuola di cui oggi restano i due elementi inferiore e superiore, da un’altra sfera in latta e da due gruppi di fregi. Il fusto era più lungo dell’attuale.

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