Sportello famiglia, aprirà a dicembre nell'ex ospedale

Presentata la prima opera dal costo di 25mila euro. Sarà un punto di ascolto e accompagnamento del cittadino. Il rilancio dell'intera strutturà costerà 6milioni di euro e i lavori partiranno nell'estate 2018

Sportello famiglia, aprirà a dicembre nell'ex ospedale
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Sportello famiglia. Questo il primo progetto che si realizzarà all’ex ospedale di Martinengo. L’hanno annunciato i dirigenti dell’Asst di Bergamo Ovest, il sindaco Paolo Nozza e l’assessore di Regione Lombardia Claudia Terzi, mercoledì, al Filandone. Inaugurazione prevista per dicembre.

Sportello famiglia: obiettivo fare rete

Lo sportello famiglia vuole diventare il punto di riferimento della Bassa. Un punto di ascolto delle famiglie e presa in carico dei loro bisogni. «Il presidio di Martinengo nasce nel rispetto della legge 23, ed è definito di prossimità – ha spiegato il direttore socio-sanitario Asst Mangiacavalli – Quindi l’obiettivo è inserirsi  nel tessuto connettivo della comunità locale, creando aggregazione di una comunità che si prende cura di sé. Lo sportello sarà un’interfaccia di messa in rete di risorse presenti sul territorio da parte di tutte le istituzioni che alimentano e vivono la comunità.

Ascolto e accompagnamento

«La finalità dello sportello è l’ascolto, l’accoglienza in una prima fase e poi una fase di orientamento verso percorsi che servono il cittadino – ha spiegato il direttore - Ci si può rivolgere per un aiuto in presenza di disabilità, fragilità, utilizzo di strutture residenziali e diurne e l’accompagnamento di pazienti dimessi dagli ospedali». Il sindaco e l’assessore ai servizi sociali Monica Mazzoleni hanno voluto ringraziare tutti gli intervenuti, specialmente la parrocchia con il parroco Paolo Rossi con i quali stanno lavorando molto bene alla luce di questo progetto.

I lavori sono partiti martedì

I lavori sono partiti martedì. L’ingegner Premoli ha spiegato gli interventi che verranno fatti in questa prima fase. «Inizialmente sistemeremo il piano terra dove sorgerà lo sportello – ha detto - Creeremo tre locali: uno appunto per lo sportello, una sala d’attesa e un bagno per gli utenti». Spesa prevista 25mila euro. I servizi già esistenti, Cup, punto prelievi Serd e la comunità protetta, non dovrebbero subire sospensioni durante i lavori.

Rilancio dell'ex ospedale per sei milioni di euro

Il recupero dell’ex ospedale non si ferma qui. In tre anni Regione Lombardia verserà 500milioni di euro, su una spesa totale di sei milioni di euro. Inizio del cantiere previsto per l’estate 2018, a meno di imprevisti di ricorsi amministrativi. Con il primo finanziamento di 850mila euro (arrivato in primavera), si faranno lavori di adeguamento e messa a norma dell’edificio. Verrà sistemato il tetto, la facciata principale e all’interno si provvederà all’adeguamento anti sismico. Con la seconda fase dei finanziamenti arrivati qualche giorno fa, di 645mila euro, si provvederà alla messa in sicurezza della struttura. Al primo piano adeguamento anti sismico e anti incendio per poi inserire la zona sanitaria o socio sanitaria.

Il presidio sarà punto di riferimento per la Bassa

Il frutto di questa progettualità di rilancio e riqualificazione dell’ex ospedale è dato da intendimenti tra Comune, Asst e Regione. «Grazie a intendimenti trasversali tra le istituzioni, ma soprattutto grazie alle persone che ci sono dietro – ha detto il sindaco – si è potuto fare questo. Siamo andati al di là delle parti politiche per ottenere ricadute territoriali di servizi e qualità. L’interesse della dottoressa Elisabetta Fabbrini e della Regione è stato essenziale per iniziare un percorso che non sarà brevissimo ma che ci ripagherà con un risultato di rilievo non solo per Martinengo, ma per tutta la zona».

La Regione c'è

L’assessore di Regione Lombardia Claudia Terzi ha infine ricordato come la Regione, in anni di crisi, investa su servizi nuovi. «In tempi dove la terapia intensiva di altre regioni chiude perché invasa da formiche, noi destineremo un milione e mezzo di euro in questo progetto – ha detto – Un presidio che sarà vicino al cittadino e che si prende cura del paziente non solo nella fase acuta. Noi ci crediamo molto».

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