Casa all'asta, il dramma di un'anziana e della figlia disabile

L'appello disperato della trevigliese Ornella Consoli: "Qualcuno ci aiuti o io e Monica rischiamo di finire in mezzo a una strada".

Casa all'asta, il dramma di un'anziana e della figlia disabile
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La vita non è stata certo generosa con la trevigliese Ornella Consoli. Da 43 anni si dedica infatti anima e corpo alla figlia Monica, gravemente disabile e da sempre costretta su una carrozzella. E ancora oggi, a 72 anni, ha ancora il vigore di prenderla in braccio. Una forza che nasce dall’amore di una mamma che non ha mai voluto far mancare niente alla sua "bambina". Nonostante le enormi difficoltà che ha sempre dovuto affrontare.

Casa all'asta

Ora, però, sulla loro strada c’è un grande ostacolo. Che appare insormontabile. A luglio la loro bella villa di via San Pietro verrà messa all’asta e il rischio di finire in mezzo a una strada è altissimo. Già, quella casa che Carlo Gentili, scomparso da quasi due anni, aveva costruito nel 1994 su misura per sua figlia Monica, potrebbe finire nelle mani di qualche speculatore che cinicamente, e purtroppo legittimamente, approfitterà dei dissesti finanziari dei proprietari. "I nostri guai sono iniziati tra il 2011 e il 2012 - ha raccontato Ornella Consoli - ma mai avrei immaginato di arrivare a questo punto. Il mio compagno ha fatto l’imprenditore edile per una vita. La sua azienda, la Gen.Co, ha costruito tantissimi edifici a Treviglio e non solo. Stavamo bene economicamente e questo mi ha permesso di seguire Monica senza mai chiedere niente a nessuno".

La crisi

Poi, però, è arrivata la crisi. Carlo Gentili ha cominciato ad accumulare crediti fino a quasi 2 milioni di euro. Clienti che non riuscivano a pagare e che poi fallivano (spesso proprio per non saldare i debiti). E così l’imprenditore si è ritrovato presto nelle stesse condizioni. "Lui però era uno vecchio stampo - ha sottolineato la compagna - Uno di quelli per cui la stretta di mano aveva un grande valore. Nonostante le difficoltà si è assicurato di liquidare tutti i suoi ex dipendenti. Ripensandoci ora, forse è stata proprio la sua troppa onestà a causargli i problemi".

Il fallimento

Gentili, infatti, finì presto nel vortice dei debiti e nel 2013 dichiarò fallimento. Finirono presto pignorati il capannone al Pip2 e i macchinari della ditta. Un provvedimento necessario per cercare di saldare il prestito che l’imprenditore aveva ottenuto dalla Bcc di Treviglio. Ma non bastava. E così si rivolse a un’altra banca, la Bcc di Zanica, per ottenere un prestito come privato, in modo da ripianare i debiti dell’azienda. Il risultato fu però disastroso. "Gli diedi anche tutti i miei risparmi e svuotai il conto che avevo aperto per Monica pur di aiutarlo - ha raccontato Ornella Consoli - Non pensavo che la situazione fosse così grave, altrimenti almeno quei soldi li avrei tenuti. Purtroppo io non mi sono mai occupata dell’attività di Carlo, anche perché lui mi diceva che dovevo dedicarmi esclusivamente a Monica. Tuttora io non so nemmeno di preciso che cifre ci sono state in gioco".

La morte del compagno

Sta di fatto che, uno dopo l’altro, finiscono all’asta tutti i beni immobili dell’imprenditore, circa una decina sparsi tra Treviglio, Stezzano e Comun Nuovo. Tra questi anche un bilocale che era stato ricavato nella villa di famiglia, in previsione di alloggiare una badante. Un appartamento che risulta disabitato e intestato a una società immobiliare. "Chissà - ha detto sospirando Ornella - forse ora puntano anche a prendersi la nostra casa". Una situazione che mina nel fisico Carlo Gentili. Prima un infarto, poi un ictus lo riducono su una sedia a rotelle. Per due anni, oltre a Monica, la compagna ha dovuto assistere anche lui. Finché, nel luglio del 2017, all’età di 80 anni si è spento. Ma con la sua morte i guai sono finiti sulle spalle delle sue donne. «Ormai resta solo questa villa - ha proseguito la compagna - Sono partiti da un valore di 350 mila euro, ma dopo quattro aste nessuno si è presentato. Forse stanno aspettando tutti che il prezzo si abbassi. A luglio, infatti, c’è la quinta asta e la casa verrà messa in vendita a 82 mila euro. Una miseria rispetto al valore che avrebbe sul mercato. E ho paura che stavolta le offerte arriveranno...».

"Situazione disperata"

Una situazione resa ancora più intricata dal fatto che tra chi batte cassa c’è anche una società finanziaria (la Prelios, Credit Servicing) che ha acquisito i crediti di Bcc Treviglio. E che, a quanto pare, a differenza della Bcc di Zanica (a cui spetterebbero i proventi dalla vendita dell’abitazione), che si è resa disponibile a trovare un accordo, non vuole sentire ragioni. Nonostante, secondo i legali di Ornella Consoli, potrà ottenere probabilmente solo cifre irrisorie.
Ornella Consoli, tra l’altro, come detto non ha più un soldo. Percepisce una pensione e l’assegno per Monica, ma non ha alcuna liquidità per poter eventualmente partecipare all’asta e "ricomprarsi" così la casa. "Mia sorella si è già resa disponibile ad aiutarmi - ha spiegato - Lei l’acquisterebbe per poi donarla a Monica. Ma arriverebbe a un massimo di 90 mila euro. Se all’asta ci fosse un rilancio maggiore sarebbe impossibile anche per lei. Insomma, la situazione direi che è disperata".

L'appello: "Qualcuno ci aiuti"

Da qui la decisione di lanciare un appello. Ornella Consoli non sa a chi e come. Vuole solo che la sua storia diventi di dominio pubblico e smuova le coscienze. Per poter continuare a vivere a Cascina Monica (così era stata battezzata la villa quando venne ultimata) e dare un futuro dignitoso alla figlia. "Ribadisco - ha concluso con gli occhi lucidi - Nella mia vita non ho mai chiesto niente a nessuno. Ho avuto la fortuna di potermi occupare di Monica grazie a Carlo che non ha mai fatto mancare nulla. Ora mi trovo in questo incubo e non mi vergogno a chiedere aiuto. Se qualcuno può fare qualcosa per noi, si faccia avanti. Almeno per Monica, perché tutto questo non se lo merita proprio". Parole toccanti, che sono un pugno nello stomaco. Accanto a lei c’è la figlia e mentre le pronuncia le lacrime le solcano le gote. Monica non parla, ma i suoi occhi dicono tutto: "Aiutateci".

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