Il pellegrinaggio di don Francesco, in bici da Sergnano a Fatima

Da Sergnano a Lourdes in compagnia, poi fino a Fatima da solo, il tutto in bicicletta. Ecco il pellegrinaggio di don Francesco.

Il pellegrinaggio di don Francesco, in bici da Sergnano a Fatima
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Una vacanza alternativa, un pellegrinaggio di 2700 km in sella alla sua fedele bici. Ecco la storia di don Francesco Vailati e dei suoi compagni di viaggio.

Un veterano dei pellegrinaggi sulle due ruote

Una vacanza alternativa, da Sergnano a Fatima in bicicletta passando per Lourdes e Santiago. È stata questa la singolare impresa di don Francesco Vailati, parroco di Sergnano, che ha voluto festeggiare i propri sessant’anni con una sana pedalata di 2700 km.
Veterano dei pellegrinaggi sulle due ruote, don Francesco vanta nel proprio palmares di pellegrino innumerevoli  viaggi a partire dal 1981, quando gli fu donata una bici da corsa dai ragazzi del suo oratorio. L’ultima sua impresa, però, era stata quella di 7 anni fa, quando a bordo della propria bici aveva percorso la tratta Madignano-Gerusalemme. Dopo di allora si era adagiato su distanze più brevi, salvo tornare alla sua passione l’estate scorsa insieme ad un gruppo di ciclisti di Sergnano e dintorni.
L’anno scorso l’affiatato gruppetto era stato a Roma in occasione del giubileo, ma quest’anno don Francesco ha chiesto un regalo speciale, quello di poter arrivare sino a Fatima.

Il viaggio da Sergnano a Fatima

E così venerdì 21 luglio i cinque avventurieri - don Francesco, Domenico Benelli, Giambattista Assandri, Maurizio Carpani e Angelo Boschiroli, scortati da Mario Parati in auto – si sono ritrovati di prima mattina e hanno intrapreso la loro avventura: «La nostra prima tappa è stata a Torino – ha spiegato il parroco – dopo di che abbiamo scelto di passare dal passo del Monginevro. In otto giorni abbiam fatto 1200 km, giungendo a Lourdes il 28 luglio. Abbiamo dunque trascorso la giornata del 29 a Lourdes, dove abbiamo anche seguito il percorso di Bernadette».
Giunti a Lourdes, i ciclisti, come precedentemente concordato, sono dovuti rincasare, mentre don Francesco ha proseguito il proprio itinerario da solo: «La seconda parte del mio viaggio, lunga 1500 km, ha compreso il percorso di Santiago del Nord. Mi sono diretto a Nord e sono entrato nei Paesi Baschi passando per Bilbao, Santander e altre località, fermandomi a dormire negli appositi ostelli dei pellegrini. A San Vicente de la Barquera ho sospeso il percorso per entrare in Cantabria e salire al monastero di San Turibio, dove è conservata la più grande reliquia della santa croce, poi mi sono diretto a Santiago, dove sono arrivato l’8 agosto».
Da lì, l’arrivo a Fatima: «A Fatima mi aspettavano le suore serve di Maria riparatrici – ha raccontato sempre don Francesco. – Essendo questo l’anno del centenario dell’apparizione della Madonna, ho potuto partecipare alla veglia notturna del sabato e alla processione eucaristica della domenica, seguita dalla messa. Infine, la mattina del 14 agosto, ho preso l’autobus per Lisbona e sono tornato qui in aereo».

Tra bilanci e progetti

Un viaggio singolare, che sicuramente lascerà un solco indelebile in don Francesco: «I frutti di un pellegrinaggio si declinano col tempo – ha affermato, - li sto raccogliendo pian piano adesso. È stata un'occasione di trascorrere tanti momenti con me stesso, ma anche di vivere tanti incontri significativi. È stato particolarmente emozionante tornare a Santiago, dove ero già stato in occasione della prima Giornata Mondiale della Gioventù nel 1985».
La fatica del viaggio non ha spento la voglia di pedalare: «L’anno prossimo? Non ci ho ancora pensato – ha sorriso il parroco, che, pur escludendo un altro itinerario così impegnativo, già non vede l’ora di riprendere l’amata bicicletta e ripartire a fianco dei suoi fedeli compagni. – Ci penseremo dall’1 gennaio, ma ho già detto che sarò disposto ad accontentare gli altri, qualunque meta scelgano, dato che quest’anno mi hanno fatto questo regalo. Sicuramente andremo ancora insieme, perché ci siamo promessi di fare un pellegrinaggio diverso ogni anno fino al 2025, rigorosamente in bici».

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