Profughi pronti a rimboccarsi le maniche

Alcuni vorrebbero diventare giardinieri, uno agricoltore, ma c'è anche un aspirante sociologo

Profughi pronti a rimboccarsi le maniche
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Profughi pronti a rimboccarsi le maniche: «Non devono fare paura, sono ragazzi come tanti». Sono arrivati circa due mesi ad Agnadello, fa i quattro profughi che soggiornano ora in un appartamento sopra il «Lucky bar», ceduto da un privato, e si sta lavorando per il loro inserimento nella comunità, perché «l’uomo nero» non deve fare paura.

I profughi si raccontano e sono pronti a rimboccarsi le maniche

Nonostante quello che si dice dei profughi, dei migranti, degli stranieri, bisogna anche pensare che ci sono persone dietro alle parole, e il nostro giornale, è andato a conoscerli per raccontare la loro storia. Si chiamano Fassirima Kalladjoula, 23 anni, che vorrebbe continuare a studiare per diventare sociologo, Fosana Makan, 19 anni, con la passione per il giardinaggio, Bollbacar Dembele, 38, che vorrebbe continuare a fare l’agricoltore anche qui in Italia, magari cercando di portare la moglie e i figli, e Ismaila Bah, anche lui 19 anni, che vorrebbe imparare a fare il giardiniere. I primi tre sono del Mali, l’ultimo della Guinea. Hanno attraversato tutti un percorso difficile per arrivare fino ad Agnadello, triste, di addii, incontrando perfino la violenza, ma non si soffermano molto sui dettagli. Un po’ perché nessuno di loro parla l’italiano, poco il francese.

Due vogliono fare i giardinieri, uno l'agricoltore, l'altro il sociologo

Tre di loro vorrebbero continuare con il lavoro manuale, uno invece vuole andare all'università. Dopo un passato di violenza e terrore adesso vorrebbero ripartire da qui, dall'Italia, per tanti la terra dove i sogni diventano realtà, e costruirsi un futuro solido.

"Sono ragazzi normali"

«Una sola parola: integrazione - hanno spiegato assistente sociale ed educatrici - I nostri progetti e il nostro lavoro puntano a rendere i ragazzi autonomi e pronti per vivere una vita in Italia, imparando la lingua e la cultura: a breve per loro partiranno i corsi di italiano, che li impegneranno dalle 6 alle 8 ore la settimana in aggiunta a quello organizzato dal Comune. E, appena arriverà loro il permesso di soggiorno, come in accordo con il sindaco, inizieranno con le attività programmate». Pulizia di parchi e del paese, giardinaggio, che a molti di loro piace tanto e poi si pensa anche a mansioni più interessanti. L'intervista completa su Cremasco Week

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