Battaglie, i residenti contro il Circolo Arci

Gli abitanti della frazione si lamentano degli schiamazzi in ore notturne provenienti dal locale e dal parco antistante.

Battaglie, i residenti contro il Circolo Arci
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Battaglie contro il Circolo Arci. I residenti della frazione a Nord di Treviglio hanno chiesto un incontro alla Giunta per lamentarsi della situazione di convivenza con la struttura ospitata nell'ex scuola materna.

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Il sindaco Juri Imeri e la giunta hanno incontrato questa mattina alcuni residenti della frazione Battaglie, per raccogliere alcune segnalazioni di protesta. Al centro della discussione le lamentele di chi vive nei pressi del Circolo Arci, in particolare è stato chiesto un intervento per poter risolvere il problema degli schiamazzi provenienti dall'esterno del locale che, secondo gli abitanti della zona, sarebbero difficilmente sopportabili specialmente nelle ore notturne.

Convivenza difficile

Un problema di convivenza che non è nuovo in quel delle Battaglie, già teatro di numerose e vibranti proteste negli anni scorsi, sfociate anche in sgradevoli minacce verbali. Dopo un periodo in cui la situazione sembrava esser tornata nella normalità, i residenti sono tornati nuovamente sul piede di guerra da fine maggio di quest'anno, in coincidenza dell'elezione a nuovo gestore e presidente dell'Arci di Andrea De Paoli. Il primo cittadino ha quindi annunciato il lancio di un bando ad agosto di quest'anno per poter introdurre regolamenti più restrittivi sulla gestione della sede e sugli orari concessi per lo svolgimento di eventi.

"Non è colpa nostra"

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Il gestore del Circolo Arci Andrea De Paoli

Il sindaco ha incontrato anche De Paoli per sentire anche la versione dell'Arci. “Sappiamo che ci sono problemi di convivenza di vecchia data con i residenti delle Battaglie - ha spiegato il nuovo gestore - e ci siamo impegnati affinché i nostri frequentatori potessero svolgere tutte le attività all'interno della struttura in orari notturni. Il problema è che il parco esterno, da dove vengono contestati gli schiamazzi, non è di nostra proprietà, ma è pubblico. Noi non possiamo certo imporre a qualcuno di spostarsi da un luogo che non è nostro, ma appartiene a tutti”.

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