Brignano dice addio a padre Italo Noris

Colpito da una meningite fulminante, il missionario dei Saveriani, originario di Dalmine, si è spento a 82 anni.

Brignano dice addio a padre Italo Noris
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Brignano dice addio a padre Italo Noris. Colpito da una meningite fulminante, il missionario dei Saveriani, originario di Dalmine, si è spento a 82 anni. Ma più che la Bassa, a piangere padre Italo è stato il continente africano, l’unico vero luogo del cuore per il missionario. Italo, infatti, ha trascorso una vita intera a Bukava in Congo. Luogo dove, infine, a causa della meningite il padre è spirato martedì 11 settembre, dopo essere entrato in coma.

Una vita in Africa

L’uomo aveva appena fatto ritorno in Africa dall’Italia il 24 agosto. Era tornato proprio in Congo, paese africano legato al padre dal 1968, quando ci andò per la prima volta. Moltissime sono state le opere e altrettanti i progetti realizzati nello stato del Centrafica, da anni dilaniato da guerre e lotte interne. Nel 2009 realizza un acquedotto di 18 chilometri, mentre tre anni dopo costruisce una scuola materna a Uvira, con annesso un centro di assistenza sanitaria, poliambulatorio, maternità e 30 posti letto. Inoltre, padre Noris aveva aperto in un capannone di proprietà della parrocchia un centro di accoglienza per donne violentate o ripudiate. Tra gli obiettivi principale di Italo c’era però l’istruzione. Fortissimo è stato il suo impegno per aumentare il grado di formazione di bambini e adulti del Congo. Non a caso l’ultima «fatica» di padre Noris è stato avviare un progetto, partito nel 2017, che prevedeva la costruzione di un istituto con indirizzo professionale. Una scuola che avrebbe formato nuovi meccanici, falegnemi e muratori.

Un legame stretto con Brignano

Italo era molto legato anche alla comunità di Brignano, dove tornava spesso. Amico di famiglia del sindaco Beatrice Bolandrini – è stato lui, infatti, a celebrare il matrimonio dei genitori – il padre spesso, di ritorno dall’Africa, tornava a salutare i componenti della famiglia Bolandrini. "Ho conosciuto l’Africa attraverso i suoi racconti sin da piccola – ha raccontato il primo cittadino – era un uomo formidabile. Nonostante avesse 82 anni il suo pensiero era rivolto sempre a nuovi progetti e alle opere da realizzare. Italo era molto legato alla mia famiglia, specialmente a mia mamma. Infatti, i due si scambiavano regolarmente lettere ancora scritte a mano. Nonostante la tecnologia, aveva mantenuto questa usanza. Era un uomo speciale, ci mancherà molto".

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