Il Comitato pendolari lancia la class action contro Trenord

L'incarico è stato affidato all'avvocato Laura Rossoni di Treviglio.

Il Comitato pendolari lancia la class action contro Trenord
Pubblicato:
Aggiornato:

Ottenere un risarcimento dei danni causati dai continui disservizi. Questo il proposito della «Class action» promossa dai pendolari della tratta Milano -Cremona -Brescia. La stessa che il 25 gennaio è stata teatro del deragliamento di un convoglio ferroviario a Pioltello.

Pronta la class action

Martedì scorso nella sala di Palazzo Muratori, si è riunito per la seconda volta il «Comitato pendolari di Romano». Scopo dell'incontro è stato dar seguito all'azione legale collettiva, presentata durante la riunione di metà febbraio. Ad aprire l'incontro l'assessore Luca Bettinelli.

«L'incontro ha avuto lo scopo principale di dar vita alla class action – ha detto – ma serve andare oltre a questo e non far esaurire il comitato con questa azione. Il Comitato ha la funzionalità di interagire con Trenord ed Rfi. Un’organizzazione stabile che serva a dar voce ai pendolari su tutte le questioni che riguardano i servizi e soprattutto i disservizi che i pendolari sono costretti a subire».

Incarico affidato a Laura Rossoni

Laura Rossoni avvocato di Treviglio, ha spiegato ai presenti i termini e le condizioni dell'azione legale. Inizialmente la preoccupazione maggiore dei pendolari ha riguardato i costi per sostenere la causa: 500 euro circa per l'apertura e i costi della pubblicità della stessa, le cui modalità e tempistiche sono definite dal giudice che ne definisce l'ammissibilità. I passaggi per la class action sono infatti, per primo la promozione della stessa da parte di un gruppo di pendolari che di fatto firmano una procura all'avvocato. Ai promotori è richiesto il requisito omogeneo, cioè devono essere in possesso di titoli di viaggio comuni, della tratta dove si sono verificati i disservizi, contro un soggetto unico, Trenord. Vengono così esclusi i pendolari dei treni Freccia, provenienti da Brescia. Passaggio successivo è la presentazione della causa al giudice che dopo averla ritenuta ammissibile ne ordina la pubblicità a mezzo quotidiani.

Si punta al risarcimento danni

Una volta effettuato questo passaggio, si apre la causa vera e propria, con il dibattimento e la presentazione dei casi, dei documenti che provano i danni derivati dai disservizi. I possibili sviluppi della causa potrebbero portare nel migliore dei casi per i pendolari, al risarcimento dei danni in caso contrario al pagamento delle spese legali. Da evitare la prescrizione, un anno, che renderebbe inefficace ogni azione.

Il gruppo c'è

Martedì sera un cinquantina di pendolari si sono detti interessati ad aderire all'azione legale collettiva, diventandone di fatto i promotori. Un passaggio che verrà concretizzato il 19 marzo con la raccolta dei documenti necessari da inviare all'avvocato. Una volta depositata, altri pendolari, in possesso del titolo di viaggio richiesto, potranno aderire all'azione, anche solo tramite un fax inviato in tribunale con la comunicazione.

«Ringrazio tutti i partecipanti alla alla riunione - ha detto Annie Deman, del Comitato pendolari Romano - Saranno inviati tramite mail i dettagli per aderire alla class action. Ricordo che anche nella fase iniziale più siamo meglio è. La Class action è un'opportunità per noi pendolari di far sentire la nostra voce e far valere i nostri diritti».

Commenti
Nadia

Buongiorno, i disagi riscontrati sono esattamente gli stessi che si "vivono" ogni giorno sulla linea Novara Milano e non solo a discapito dei lavoratori pendolari, ma anche verso gli studenti universitari che tutti i giorni si recano agli Atenei della grande metropoli di Milano. Gli studenti universitari che hanno i corsi con obbligo di frequenza, subiscono ogni giorno questo disservizio sia nella tratta di andata che nella tratta di ritorno costringendoli, loro malgrado, a dover spendere altri soldi per mezzi alternativi, pur avendo già acquistato il mensile, costo che tra le altre cose è sostenuto dalle loro famiglie. In data 9 maggio il treno 10621 proveniente da Novara ha sopresso (non si sa bene per quale ragione) il treno delle 8 circa del mattino con fermata VITTONE-ARLUNO, per poi far salire i passeggeri sul treno successivo, stipare i viaggiatori in ogni anfratto dei vagoni, fermarsi per guasto tra Pregnana e Rho per circa 2 ore e trainare lo stesso alla stazione di RHO centro. Dagli articoli di stampa di quella data Trenord si difende dicendo che il treno è stato fermo 2 ore in mezzo alla campagna perchè i passeggeri hanno aperto le porte dei vagoni e sono scesi sulle rotaie...incredibile, ma il capotreno dov'era? E soprattutto perchè il treno si è fermato in mezzo alle campagne, sotto il sole, con vagoni stracarichi di viaggiatori, con gente che si è sentita anche male e nessuno si è preoccupato di loro? Cosa dovevano fare, morire soffocati? Per impulso genitoriale ho deciso così di scrivere una mail al Sindaco Sala e al Sindaco del mio paese, scoprendo attraverso la sua risposta che persino tutti i sindaci del magentino hanno e continuano ad esporre casi giornalieri di disservizio, suggerendomi tuttavia di riinviare la mia mail al Presidente della Regione Lombardia e all'assessora ai trasporti della stessa Regione. Il sindaco Sala non ha risposto. Detto questo, concordo con il Sig. Gianfranco, non è con il rimborso del biglietto o del mensile che si potrà risolvere questo annoso e dannoso problema, il problema si risolverà quando qualcuno ai piani alti prenderà coscienza del problema: Trenord non è una linea di trasporto è un carro bestiame, un furto legalizzato, una punizione per chi lavora e chi studia. Chi ripagherebbe agli studenti un esame all'università da dover ripetere, se la causa fosse un disservizio di Trenord?

Gianfranco Mandari

Buongiorno a tutti, fermo restando che la "class action" rappresenta una forma valida di protesta, di risarcimento e di promozione dei disagi della tipologia di consumatori, in questo caso pendolari ferroviari, che aderiscono alla stessa, resta tuttavia un punto fondamentale: non è un modo per risolvere i disagi, i quali non possono essere , non dico azzerati, ma affrontati con un risarcimenti danni, se poi i disagi si ripresentano il mese dopo. Occorre l'intervento complementare della politica, di qualche "figura " che si prenda carico della problematica inerente la difficoltà dei LAVORATORI a recarsi sul posto di lavoro, a svolgere quotidianamente il loro dovere di LAVORATORI, usufruendo nello stesso tempo del loro DIRITTO di cittadini-viaggiatori di un servizio corrispondente al costo dello stesso, regolarmente corrisposto ogni mese. I sindaci, o gli assessori ai trasporti o non so chi di delle fermate della linea , almeno da Brescia verso Milano, credo che debbano farsi carico di questa problematica che sta diventando una piaga oserei dire "sociale", per le ricadute che i disservizi hanno su gestione familiare, lavorativa, e personale.

Seguici sui nostri canali