Disagi e disservizi sulla Treviglio-Milano, un pendolare scrive a Trenord e Regione Lombardia

Dopo i problemi di questa mattina una lettera infuocata di Paolo MIniero.

Disagi e disservizi sulla Treviglio-Milano, un pendolare scrive a Trenord e Regione Lombardia
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E' stata l'ennesima giornata da dimenticare per i pendolari della Bassa. Un'odissea che si ripete ogni giorno tra treni in ritardo e soppressioni che rendono un inferno la vita dei pendolari bergamaschi. Per questo, dopo gli ultimi episodi di questa mattina, Paolo Miniero ha deciso di scrivere a Trenord e Regione Lombardia.

Disservizi sulla Treviglio-Milano

"Scrivo la presente lettera per segnalare uno stato di servizio sulla linea Treviglio – Milano da troppo tempo al di sotto degli standard minimi accettabili, considerando che abitiamo nella Regione più sviluppata d’Italia - esordisce Miniero -  Non mi voglio dilungare su ritardi e soppressioni ormai cronici, da tanto tempo denunciati dalle diverse associazioni di pendolari che gravitano sulla linea, e rese evidenti dal fatto che da 15 (quindici) mesi consecutivi pago un abbonamento mensile scontato a causa del mancato raggiungimento dei target di puntualità minima. Ciò che voglio evidenziare è lo scadimento quotidiano del livello di servizio".

Giornata da dimenticare

"Stamattina eravamo alla stazione di Treviglio Centrale sul binario 1 in attesa di partenza del treno 23012 delle ore 7:40 per Varese - racconta Miniero - I tabelloni luminosi indicavano il treno in partenza in orario sul binario 1. Alle ore 7:39 è stato dato un annuncio sonoro sul treno che il convoglio per Varese sarebbe partito dal binario 2. I tabelloni continuavano ad indicare la partenza alle 7:40 dal binario 1, mentre sul binario 2 era indicata la partenza del treno 10614 per Novara. Ci siamo spostati tutti sul treno presente al binario 2, dove abbiamo atteso 12 minuti prima di partire. In pratica il treno delle 7:40 è stato soppresso e tutti i viaggiatori che si recavano a Milano hanno dovuto prendere il 7:52. Mi sono spostato sulla vettura di testa per chiedere lumi al capotreno, che ha cercato febbrilmente di entrare in contatto con la sala operativa di Milano, dalla quale ha ricevuto, telefonicamente, informazioni frammentarie ed incomplete".

Non è un fatto isolato

"Non è stata fatta alcuna modifica alle indicazioni dei tabelloni luminosi. Non è stato fatto alcun annuncio vocale in stazione - prosegue - Non è stato detto cosa ne sarebbe stato del treno 10614 per Novara che sarebbe dovuto partire alle 7:52. Chiaramente lungo il percorso il treno si è riempito all’inverosimile, dato che in pratica è stato soppresso un convoglio, e tutti i viaggiatori sono stati ammassati sul convoglio successivo. Quanto riporto oggi è già successo nelle settimane precedenti. Non stiamo parlando di un fatto eclatante, ma di una storia di ordinari disservizi che quotidianamente Trenord offre ai fidati clienti. In casi di questo genere non servono i forti investimenti che l’Amministratore delegato della società ha promesso per i prossimi anni. Le problematiche di oggi sono indice di una società con un livello di organizzazione inaccettabile. Non è pensabile accettare questo stato di cose. Trenord non trasporta merci, fa viaggiare persone, lavoratori e studenti, che concorrono alla formazione del PIL regionale. E’ inconcepibile accettare supinamente i costi impliciti di questi disservizi per tutta la Regione, soprattutto quando, come in questo caso, sono dovuti a gravi carenze organizzative".

"Vogliamo un servizio degno di un Paese civile"

"Chiedo quindi a Trenord di rivedere il proprio sistema organizzativo in modo da fornire un servizio quanto meno all’altezza di un Paese civile, con comunicazioni chiare e corrette. Chiedo inoltre la massima trasparenza informando prontamente i viaggiatori di ogni possibile disagio, così che chi studia o lavora possa organizzare efficientemente il proprio tempo - e conclude - Chiedo a Regione Lombardia, azionista di Trenord, di monitorare costantemente il livello di servizio offerto dalla società e di intervenire prontamente per cercare di riportarlo ad uno standard minimo accettabile per gli standard della Regione".

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