"E se cambiassimo il nome di piazza Vittorio Emanuele?"

"Non dobbiamo avere paura di cambiare"

"E se cambiassimo il nome di piazza Vittorio Emanuele?"
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«Ma la piazza di Pandino, deve ancora chiamarsi così?». A chiederselo, sempre il pandinese Giovanni Tisacchi, che ha notato che i cartelli che indicano il centro portano nomi differenti, che si trovano nello stesso posto.

Perché non cambiare nome alla piazza?

Ma ci sono anche altre perplessità sul piatto, ad esempio, il personaggio al quale è dedicata. «Su un lato della piazza si legge semplicemente Vittorio Emanuele - ha detto Tisacchi - Re inesistente che nessuno ha studiato a scuola, forse solo la sindaca. Tutti sappiamo che c'è stato Vittorio Emanuele I, poi II e III, che firmò le famigerate “leggi razziali”, che poi è fuggito lasciando gli Italiani allo sbando in balia della guerra civile, fratricida andando a morire ad Alessandria d'Egitto, con disonore dopo aver tradito gli Italiani . A questo personaggio per incapacità degli amministratori di Pandino, senza vergogna lasciano ancora una piazza. Non ci vogliono investimenti o grosse spese ma solo un po' di intelligenza e buona volontà per mettere due numeri Romani ad un cartello e toglierne una all'altro, ed una semplice delibera, altro che preoccuparsi di cambiare la storia con la revoca della cittadinanza a Mussolini, perché la si può manipolare ma mai cancellare. La storia è la base della nostra civiltà delle nostre tradizioni e serve per non commettere gli errori del passato e non si cancella ma si insegna».

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