Incendio a Trescore, la storia di un uomo disperato

La cittadinanza è esasperata, e non si intravede una fine alla vicenda

Incendio a Trescore, la storia di un uomo disperato
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Incendio a Trescore, dietro il falò acceso in casa che ha causato l'evacuazione della palazzina del centro (zona via Carioni)  c'è la storia di un uomo disperato, schiavo della cocaina. 

Incendio a Trescore

Le fiamme sono divampate in una palazzina abitata da cinque famiglie un paio di giorni fa. In uno degli appartamenti vive un uomo,  un ladro seriale. Il tunnel della droga e l'impossibilità a trovare un lavoro lo hanno ridotto alla fame e al freddo. Il Comune aveva attivato il servizio pasti, ma poi lo ha chiuso. Tagliate le utenze, luce e gas, ha pensato bene di scaldarsi bruciando della plastica. Da lì il rogo divampato senza controllo.Per salvarsi ha raggiunto il balcone e da lì è saltato su un secondo balcone in attesa dei soccorsi. A salvarlo sono stati i pompieri di Crema. Sul posto anche i carabinieri di Pandino e un’ambulanza che lo ha portato in ospedale. La palazzina e quella vicina sono state evacuate.

Una vita borderline

Una vita difficile, tra droga e furti, che hanno fatto finire l'uomo più volte dietro le sbarre. Qualche tempo fa aveva provato a rimettersi in carreggiata e una una mano era arrivata da chi meno si aspettava: un brigadiere dei carabinieri che gli aveva trovato un lavoro.
«Sono originario di Quartiano di Mulazzano, ho perso mia madre a otto anni e mio padre, che vive in una casa di riposo, mi ha cacciato di casa a 16: da allora ho sempre vissuto per strada - aveva raccontato - Per un pasto caldo e un letto sono finito a rubare per gli zingari, a Milano... Poi la cocaina. Ma ho imparato a fare il muratore, l’imbianchino e mi sono sempre arrangiato con diversi lavoretti. La prima volta che sono finito in carcere avevo 31 anni, per un reato commesso a 20... Così di colpo persi casa, lavoro e fidanzata». Un fratello è morto e con l’altro e la sorella i rapporti non sono idilliaci.

Una storia rovinata dalla cocaina

«Otto anni fa ho cominciato a lavorare in una ditta di Casaletto Vaprio e ho conosciuto una ragazza di Postino - aveva proseguito - Abbiamo convissuto cinque anni a Trescore, in via Alzeni. Anni bellissimi, ma poi la storia è finita. Mi sono ripreso e ho conosciuto un’altra ragazza, questa volta del paese, e con lei sono stato tre anni e mezzo. Questa volta a rovinare tutto è stato un amico che mi invitò una sera a prendere una pizza... Peccato che non si trattasse di quella che intendono tutti, ma di cocaina. Al rientro abbiamo incrociato una pattuglia di carabinieri ed è stata la fine. Il padre non volle più che vedessi sua figlia e lei ha scelto la famiglia». A quel punto l'uomo è crollato, trasformandosi nel ladro che ben presto tutti hanno imparato, loro malgrado, a conoscere.

Parla il figlio del salumiere che lo ha aiutato

"E' un ladro seriale che da anni rovina la vita alla mia famiglia". Sono parole dure quelle  del figlio del titolare della "Salumeria Carioni di Trescore". Il negozio è stato  colpito da una sequela di furti. In un'occasione il titolare  per lo spavento aveva avuto anche problemi cardiaci. In un primo momento l'uomo si era rivolto al negoziante chiedendo aiuto per sfamarsi. Il salumiere, mosso a pietà, lo aveva aiutato dandogli del cibo. Ma poi, nel vortice della cocaina, l'uomo ha iniziato a rubare la merce dal negozio per rivenderla. I soldi ricavati dalla ricettazione erano poi utilizzati per acquistare lo stupefacente.

L'esasperazione di chi lo ha subito

"E' stato lui stesso a provocare l'incendio nel tentativo di riscaldarsi.  - ha continuato il commerciante - Era stato poco prima in visita nell'ennesimo tentativo di furto al mio negozio. Questa volta ci ha portato via tutto l'incasso della giornata. Entrato nel negozio all'ora di chiusura ha chiesto un panino a mia sorella, che non ha esitato a darglielo, forse per paura, per fare in modo che se ne andasse. E' uscito e lei a è andata da mio padre in macello e poi hanno chiuso. In realtà però si era nascosto in un garage. Una volta che mia sorella se n'è andata, si è intrufolato nel negozio, ha sfondato la cassa e ha rubato tutto l'incasso".

Cuore d'oro un fico secco!

"Il vostro giornale - continua -  titolava qualche tempo fa di una "Bottega dal cuore d'oro" a Palazzo. Cuore d'oro un fico secco, il ladro era sempre lui e non so quanto il cuore c'entrasse con la scelta di sfamarlo. Quest'uomo è un pericolo.  Io me lo sono trovato di notte in casa. Mi si è parato davanti nel buio. Io sono 165cm lui 180 ed è stato terribile. Per fortuna la porta era aperta e mi ha solo scaraventato a terra per fuggire. Ma a pochi centimetri (ero sceso in negozio a prendere uno snack alle 4 di notte) c'era il set di coltelli. Se si fosse trovato in difficoltà non credo avrebbe esitato a usarli, e non sarei qui a raccontarvelo. Ma in Italia perche succeda qualcosa deve scappare il morto".

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