Reperti romani in un'area a elevato potenziale archeologico

Lo conferma il sopralluogo compiuto a Calvenzano dalla Soprintendenza, che si è detta disponibile a nuovi sondaggi nell'area di via Misano.

Reperti romani in un'area a elevato potenziale archeologico
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Sono reperti romani i due manufatti "ritrovati" murati nella casetta del pozzo della Babbiona a Calvenzano. Lo ha confermato il sopralluogo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. E nei terreni limitrofi, di via  Misano, la probabile presenza di un sito archeologico sepolto ne fa un'area a elevato potenziale.

I reperti romani sono autentici

La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bergamo e Brescia ha confermato l'autenticità dei reperti "rinvenuti" a Calvenzano. Si tratta di due laterizi murati all'interno del pozzo Babbiona in via Misano. "Un embrice e un mattone di età romana, pertinenti verosimilmente a una tomba o a una struttura rinvenuta in zona durante la realizzazione del pozzo nel 1944", cita la comunicazione della Soprintendenza inviata al Comune di Calvenzano e al Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca.

Un progetto per ricollocare i reperti

Trattandosi di reperti romani autentici qualsiasi progetto per riposizionare i due laterizi, anche a scopo didattico, dovrà essere vagliato dagli uffici della Soprintendenza. Dovrà valutare le modalità di tutela o recupero dei manufatti. L'intenzione - espressa dal Consorzio e "sposata" dal Comune - di valorizzare i reperti è stato apprezzato dalla Soprintendenza che ha fatto un passo in più.

Nuovi sondaggi nell'area?

Un'area, quella campestre di via Misano a Calvenzano, che secondo la Soprintendenza ha un "elevato potenziale archeologico". Questo alla luce del fatto che i due reperti erano emersi nel 1944 durante gli scavi per la realizzazione del pozzo irriguo. E ciò suggerisce la possibile presenza, nell'area limitrofa al pozzo, di un sito archeologico sepolto. La Soprintendenza ha perciò aperto ad eventuali sondaggi di ricerca, chiedendo al Comune di inserire nel Pgt la zona come area a "rischio archeologico".

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