«Riapriamo le case chiuse». Parola del vicesindaco

Dopo l'incidente della scorsa settimana, dove una prostituta ha perso la vita investita da un automobilista ubriaco, ecco il parere del vicesindaco.

«Riapriamo le case chiuse». Parola del vicesindaco
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Dopo il terribile incidente di sabato scorso, il vicesindaco si sbilancia: «L'unica soluzione per tutelare quelle ragazze è riaprire le case chiuse»

L'incidente

Faranno certamente discutere le parole di Luca Signorelli, vicesindaco di Mornico al Serio, che ha proposto la riapertura delle case chiuse. «Si tratta dell'unico modo per tutelare quelle ragazze e la sicurezza sulle strade» ha affermato Signorelli dopo l'incidente avvenuto nella notte di sabato 1 luglio, quando una giovane prostituta ha perso la vita durante il "lavoro", investita da un automobilista ubriaco poi arrestato per omicidio stradale.

La situazione sulle strade

«La situazione è chiara a tutti e non è più gestibile - ha spiegato sempre Signorelli. - Come Comune noi abbiamo iniziato con delle ordinanze antiprostituzione, ma ciò non basta. La questione dovrebbe essere assunta a livello nazionale per poterla fermare. Il Governo però taglia le risorse ai Comuni e alla sicurezza, e per noi diventa difficile tamponare questo fenomeno. Possiamo solo multare chi si intrattiene con le prostitute».

La case chiuse come soluzione

Vista la situazione, ecco l'idea di Signorelli: «Credo che l'unica soluzione possibile per tutelare le ragazze che lavorano sulle strade e migliorare la sicurezza stradale sia il ritorno alle case chiuse - ha affermato. - Noi, come Comune, possiamo solo emettere ordinanze senza riuscire a tamponare il problema». Parole forti, destinate probabilmente a suscitare polemiche, ma che certamente illustrano l'esasperazione per un problema cui i Comuni troppo spesso non sono in grado di porre fine.

Commenti
Francostars

Affermo che, anche con le nuove disposizioni legislative, le Ordinanze Sindacali ed i Regolamenti di Polizia Urbana devono essere conformi ai principi generali dell'Ordinamento, secondo i quali la prostituzione su strada non può essere vietata in maniera vasta ed indeterminata. Di conseguenza, i relativi verbali di contravvenzione possono essere impugnati in un ricorso. In più per le medesime ragioni, i primi provvedimenti suddetti non possono essere emessi per problematiche permanenti ed i secondi non possono riguardare materie di sicurezza e/o ordine pubblico.

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