Slot machine nella Bassa si giocano 300 milioni di euro all'anno

Sono cifre spaventose quelle emerse dai dati diffusi dall'agenzia dei monopoli

Slot machine nella Bassa si giocano 300 milioni di euro all'anno
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Slot machine che si moltiplicano, famiglie sul lastrico a causa del gioco e qualche fortunato che si riempie le tasche entra in un tunnel senza una facile uscita. È il quadro sconfortante della ludopatia che sembra mietere le proprie vittime anche nei quarantatré comuni della bassa bergamasca.

Slot Machine, l'inchiesta

Secondo i dati resi noti dall’Agenzia dei monopoli, ed elaborati da un’inchiesta de l’Espresso, sul nostro territorio si spendono oltre 301 milioni di euro attraverso 1932 slot machine. Un trend che conferma il triste primato nazionale detenuto dalla Lombardia in cui si bruciano 10,4 miliardi di euro.  Le macchinette «mangiasoldi» possono infatti essere suddivise in due tipologie. Ci sono le video-lottery (o VLT) e le «new slot» (o AWP). Le prime accettano anche le banconote, sono presenti in locali dedicati (come le sale slot) e consentono giocate e vincite più alte. Le seconde, invece, accettano solo monete e sono le più diffuse perché presenti anche in bar e tabaccherie.

Maglia nera a Cortenuova, Verdellino e Arzago

Snocciolando i numeri colpisce la spesa annuale procapite di Cortenuova che ammonta a 6mila euro ed è in assoluto la più alta della zona. Nel paese si trovano settantatré apparecchi, per la maggior parte installati nella sala slot dell’ex centro commerciale Le Acciaierie. Nella classifica dei Comuni con la somma per abitante più alta si annoverano anche Verdellino (4mila 737 euro circa) ed Arzago (3791 euro).

Ecco chi sono i più virtuosi

Sotto questa lente i più virtuosi sono invece Ghisalba (204 euro), Fara d’Adda (293 euro ) e Morengo (295 euro). Se si guarda la quantità di slot, il primo posto sul podio spetta invece a Treviglio, città nella quale si possono trovare 213 dispositivi. Seguono Romano e Caravaggio con, rispettivamente, 190 e 182 apparecchi.

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La prevenzione della ludopatia

Si tratta di una vera e propria piaga sociale che le istituzioni cercano di lenire. Sono numerosi i progetti in corso sul territorio. Innanzitutto è stato predisposto il piano provinciale di prevenzione del gioco d'azzardo patologico (Gap) grazie alla collabroazione tra l’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, l’Ats del capoluogo e le Asst Bergamo est e Bergamo ovest. Comprende ricerche epidemiologiche, campagne di comunicazione, sensibilizzazione e formazione, in particolare per gestori di locali, operatori sociali e delle Forze dell’ordine.
L’ambito di Treviglio ha messo in campo un programma di formazione e prevenzione denominato «Tutto un altro gioco», finanziato da 15mila euro derivanti da un bando regionale  ad hoc. I Comuni che dell’ambito di Romano stanno perseguendo le medesime finalità attraverso il progetto «Game over».

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