Tanti stranieri alla primaria, accettata la sfida dell'integrazione

Nella prima elementare su 54 bambini complessivi, trentatré sono di origine straniera, mentre solo ventuno di origine italiana

Tanti stranieri alla primaria, accettata la sfida dell'integrazione
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E Fontanella accetta la sfida dell’integrazione culturale. Durante l’ultima seduta del Consiglio comunale l’assessore all’istruzione Roberta Bergamaschi leggendo i vari stanziamenti per il Piano del diritto allo studio ha posto all’attenzione di tutti un provvedimento ad hoc per quanto riguarda l’integrazione culturale.

Tanti iscritti, molti stranieri

Perché infatti i numeri degli iscritti alle scuole sono aumentati. Per l’infanzia si passa da 95 iscritti a 101, per la primaria da 253 a 263 e il trend positivo si registra anche nella secondaria con quota 157. Fino a qui tutto bene, senon che nella prima elementare su 54 bambini complessivi, trentatré sono di origine straniera, mentre solo ventuno di origine italiana. Un po' come succede nella vicina Covo nella  prima C

Prioritaria la lingua

Il problema sorto è comunque un altro. Infatti di questi trentatré bambini venti non hanno mai frequentato la scuola dell’infanzia in Italia. In sostanza, non comprendono la lingua e ciò non permette loro di ottenere un grado soddisfacente di apprendimento. Proprio perché semplicemente, ancora, non capiscono cosa viene loro insegnato. Ecco che quindi per risolvere la questione, l’Amministrazione Lucca ha deciso di ricorrere ad un servizio extrascolastico, in collaborazione con i servizi sociali, ovviamente aperto comunque a tutti per poter accelerare l’apprendimento della lingua italiana.

Un obiettivo semplice

L’obiettivo è semplice: «vogliamo che i bambini che non conoscono la lingua – ha spiegato l’assessore – raggiungano un livello adeguato per poter partecipare attivamente alle lezioni così da essere al pari degli altri e integrarsi maggiormente». Un occhio di riguardo ci sarà anche per le mamme che non conoscono la lingua. Il problema principale è che non capiscono gli avvisi della scuola. Quindi è stato chiesto ad alcune mamme di origine straniera che parlano bene l’italiano di tradurre gli avvisi in altre lingue e poi si sta valutando se insieme a queste si può organizzare dei mini corsi per agevolare l’apprendimento linguistico.

"I problemi vanno risolti"

«So che in merito a queste iniziative – ha detto l’assessore Bergamaschi – ci potranno essere polemiche. Fatto sta che il problema c’è e io sono abituata a non nascondere i problemi, ma a risolverli. Inoltre credo che l’integrazione sia alla base della civiltà, quindi ritengo che ogni misura voluta per unire, far socializzare, far inserire le persone sia solo utile a tutti». La proposta alla fine – insieme alle altre del Piano del diritto allo studio – è passata senza polemiche da parte delle minoranze. Forse che per una volta sul tema tanto spinoso dell’integrazione è stata sotterrata l’ascia di guerra?

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