Ancora morti bianche: non ce l'ha fatta il muratore 44enne caduto dal tetto

Ancora morti bianche: non ce l'ha fatta il muratore 44enne caduto dal tetto
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E' morto Rudi Asiatico, il muratore bergamasco di 44 anni precipitato ieri mattina da un tetto, mentre lavorava in un cantiere di Varedo (Monza Brianza). La triste notizia arriva dopo poche ore di ricovero in Rianimazione al San Gerardo di Monza, dove l'uomo  a arrivato in condizioni disperate. E' purtroppo l'ottava vittima del lavoro dell'anno, solo in provincia di Bergamo. E i sindacati riaccendono la luce sull'emergenza delle morti bianche.

Ha donato gli organi

Il muratore, residente a Sant’Omobono Terme, era ricoverato da ieri mattina  in terapia intensiva neurochirurgica, in prognosi riservata. Nella caduta aveva riportato un gravissimo trauma al cranio e al torace. Dopo il decesso, i  familiari  hanno acconsentito all’espianto degli organi.  Il muratore era precipitato da un’altezza di sei metri mentre stava lavorando alla ristrutturazione di un immobile privato in via Fontana.  Il cantiere è stato subito posto sotto sequestro. Proseguono intanto le indagini del personale dell’Agenzia di tutela della Salute (Ats) della Brianza per cercare di chiarire la dinamica e le cause del drammatico infortunio

 "La sicurezza non è sempre la priorità"

Duri i sindacati confederali, in una nota congiunta pubblicata pochi minuti fa sul tema delle morti bianche.

“Purtroppo la nostra provincia piange ancora la tragica scomparsa di un lavoratore che stava svolgendo la propria mansione e lascia nel dolore i suoi familiari - hanno detto i rappresentanti di CGIL CISL UIL, e delle sigle delle categorie edili FENEAL UIL, FILCA CISL e FILLEA CGIL di Bergamo. È l’ottavo lavoratore a perdere la vita dall’inizio del 2019”.
I sindacati tornano a puntare il dito contro le condizioni di lavoro in cantieri e stabilimenti, dove “la sicurezza non sempre è la priorità: per ogni commessa e in ogni appalto le imprese devono garantire che le fasi lavorative vadano di pari passo con il rispetto scrupoloso delle norme di sicurezza previste dalla legge, mettendo in atto tutte le iniziative utile ad evitare cadute dall’alto come purtroppo accaduto. Ciascun soggetto deve garantire come priorità il “lavoro sicuro”, condizione che passa attraverso momenti formativi adeguati ed efficaci, che sviluppi ulteriormente il valore della prevenzione. Le imprese sono chiamate ad adottare tutte le misure necessarie ed utili a garanzia di standard di sicurezza adeguati alle attività da svolgere; riteniamo che oggi esistano gli strumenti necessari per evitare incidenti cosi gravi.”
“E’ necessario stanziare adeguate risorse aggiuntive per sostenere il sistema della prevenzione regionale” commentano per CGIL CISL UIL di Bergamo Angelo Chiari, Danilo Mazzola e Saverio Capuzziello. “E’ inaccettabile che oggi si conti l’ottavo morto sul lavoro da inizio anno. Nei primi cinque mesi del 2019 (a maggio) i dati INAIL registrano sette infortuni mortali, uno in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Continuiamo a provare un fortissimo sgomento di fronte a questa tragica sequenza di incidenti”.
“Siamo addolorati di dover registrare l’ennesima morte di un lavoratore edile, aggiungono  Giuseppe Mancin per FENEAL UIL, Simone Alloni di FILCA CISL e Luciana Fratus della FILLEA CGIL di Bergamo. “Non possiamo accettare che un settore, quello dell’edilizia, strategico per l’economia del paese salga alla ribalta delle cronache così spesso, per tragici incidenti mortali, quando invece dovrebbero essere la qualità, l’innovazione e gli investimenti a  venire discussi, condizioni indispensabili alla crescita del settore”.

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