Caduta al parco avventura, i genitori del bimbo vogliono chiarezza

Dopo l'incidente all'Aquaneva di Inzago è stato sentito un avvocato.

Caduta al parco avventura, i genitori del bimbo vogliono chiarezza
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Braccio fratturato a seguito della caduta da una postazione del parco avventura.

Caduta al parco avventura, i genitori vogliono vederci chiaro

E’ determinato ad accertare le responsabilità dei soggetti presenti il padre di Paolo, il bambino di 10 anni caduto al parco Aquaneva la scorsa settimana. Diversi, infatti, sono gli aspetti su cui lui e la madre del piccolo pretendono chiarezza, tanto che si sono già rivolti a un legale.
“Mio figlio si trovava a Inzago per partecipare a una gita organizzata dal Cre (Centro ricreativo estivo, ndr) di Canonica, a cui è iscritto – ha spiegato il genitore – Qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto. Paolo è affetto dal una lieve forma di autismo e i responsabili avevano avvisato dell’arrivo di un gruppo di bambini tra cui un diversamente abile. Ma martedì, il giorno dell’incidente, gli organizzatori non hanno indicato chi fosse il ragazzo e l’istruttore presente non l’ha chiesto. E’ stata una leggerezza costata poi cara”.

Sopralluogo sul posto

Il bambino è seguito da un’educatrice che però, al momento dell’incidente, non si trovava al suo fianco. “Volevo vederci chiaro così il giorno seguente mi sono recato al parco per vedere con i miei occhi dov’era caduto mio figlio e parlare con i responsabili – ha proseguito il padre del piccolo – A seguito dei colloqui avuti, del racconto di Paolo e di ciò che ho potuto appurare di persona, questo è quanto è stato possibile ricostruire. Fino alla terza postazione non ci sono stati problemi, anche se mio figlio è stato aiutato a gestire il moschettone da un’altra bimba del Cre che gli indicava cosa fare. Alla quarta stazione c’era una piattaforma e Paolo doveva aspettare che gli rimandassero la carrucola dopo l’ultimo lancio, sganciarsi dalla fune e agganciare il moschettone per poi lanciarsi. Ma era da solo e non sapeva cosa fare. Era spaventato, ha sganciato il moschettone e perso l’equilibrio. Gli altri si erano già lanciati raggiungendo la postazione successiva. La sua assistente e il coordinatore del Cre mi hanno detto di aver seguito le indicazioni dell’istruttore dell’Aquaneva che ha detto loro di andare avanti. Quest’ultimo avrebbe dovuto aspettare fino al lancio dell’ultimo bimbo presente prima di spostarsi”.

I genitori del bimbo pretendono risposte

Mamma e papà del piccolo non intendono mollare. “Ci sono delle responsabilità, ci siamo rivolti a un avvocato perché quanto accaduto è molto grave – ha proseguito il genitore – Trovo anche strano che, a differenza di altri parchi avventura, in questo sia possibile sganciare il mollettone da soli senza averne un altro di protezione, non avere i caschetti e neanche reti o fili di protezione in caso di cadute. Intanto Paolo è ancora in ospedale ed è stato operato per la frattura scomposta riportata al braccio destro. E’ anche in terapia antibiotica per scongiurare possibili infezioni e poi dovrà sottoporsi alla riabilitazione. Non è giusto e chi ha sbagliato dovrà risponderne nelle sedi opportune”.
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