Colossale truffa di professionisti e consulenti svelata da forze dell'ordine lecchesi VIDEO

Sotto chiave beni per oltre 16 milioni di euro.Confiscate 22 auto di lusso e posti i sigilli su ben 15 immobili.

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Le forze dell’ordine lecchesi hanno smascherato una maxi truffa. Una operazione importante che ha portato al sequestri di beni per 16 milioni di euro. A finire nei guai sono state  13 persone e tra queste professionisti e consulenti finanziari. Oltre 50 le società coinvolte.  I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Lecco  e i  poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Lecco, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bergamo, hanno infatti  portato alla luce un complesso schema fraudolento basato sull’utilizzo di crediti d’imposta, di fatto inesistenti, per compensare i debiti tributari e contributivi.

L’indagine per estorsione

Tutto è cominciato nel  2016 quando il commercialista lecchese Marco Sarti si era presentato in questura dicendo di essere vittima di un’estorsione. Gli agenti della Squadra mobile avevano capito subito che dietro il castello di accuse –  nei confronti di personaggi che avevano alle spalle incriminazioni per reati contro la persona – c’era molto di più. Così hanno interessato i colleghi della Guardia di Finanza. Sarti aveva dichiarato di voler uscire da un’associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale e che per fare questo i sodali volevano due milioni e mezzo.

La finanza ha scoperto un’associazione per delinquere

La finanza ha smascherato un’associazione per delinquere dedita alla frode fiscale. In buona sostanza alcuni commercialisti contattavano gli imprenditori che dovevano pagare le tasse. Attraverso un sistema di crediti fiscali riuscivano a raggirare il Fisco.  I soldi finivano nelle mani dei consulenti che li facevano girare in società fittizie dove venivano ripuliti e in parte tornavano agli imprenditori e in parte venivano intascati dai membri dell’associazione per delinquere. Quando il fisco si rendeva conto della frode, le società fittizie erano già sparite e i soldi trasferiti a Malta e in Paradisi fiscali.

L’arresto del direttore dell’INPS di Sondrio

Le indagini  che, nel maggio 2018 avevano portato all’arresto del direttore dell’INPS di Sondrio Angelo D’Ambrosio, all’epoca dei fatti direttore alla sede di Bergamo, hanno permesso di dimostrare l’esistenza di un gruppo criminale composto anche da vari consulenti che hanno fornito ai propri clienti una vera e propria “assistenza fiscale e previdenziale” tutt’altro che legale.

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Una cinquantina le imprese coinvolte nella maxi truffa

 

 

Il meccanismo ideato, che ha interessato oltre 50 imprese che operano in tutta italia è stato messo in atto da un consulente di Treviglio, che, con l’ausilio di ulteriori professionisti e collaboratori, ha organizzato una vera e propria associazione a delinquere che procedeva a compensare tramite i modelli F24 debiti tributari e previdenziali con crediti inesistenti.

Le indagini  hanno evidenziato la natura assolutamente simulata dei crediti utilizzati nelle indebite compensazioni. In alcuni casi, a testimonianza del comportamento spregiudicato tenuto dagli indagati, i crediti fittizi utilizzati in compensazione risultavano addirittura riferibili ad anni d’imposta antecedenti la costituzione stessa delle società che ne vantavano la formale titolarità.

Il  maxi sequestro

Nell’ambito dell’attività è stato eseguito un decreto di sequestro per equivalente finalizzato alla confisca fino alla concorrenza di 16 milioni di euro, emesso dal GIP del Tribunale di Bergamo, che ha permesso di sequestrare liquidità presenti su numerosi rapporti bancari, quote societarie, denaro contante e 22 automezzi di lusso. Sono stati inoltre sequestrati 15 immobili situati nelle provincie di Bergamo e Salerno, orologi e quadri il cui valore è in corso di stima.

 

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