"Aggredita perché non paga l'affitto", ma è giallo

Il presunto aggressore replica "Sono solo falsità, sono impegnato attivamente nella difesa delle donne".

"Aggredita perché non paga l'affitto", ma è giallo
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Sarebbe stata aggredita da un parente dei proprietari di casa perché nonostante lo sfratto per morosità, non voleva lasciare la casa. Ma per l'accusato, un  libero professionista di Treviglio, non si sarebbe trattato d'altro che di un diverbio, al culmine del quale la donna avrebbe simulato l'aggressione.  Nel frattempo, sulla vicenda si è mobilitato il "Comitato di lotta casa per tutti Treviglio", che questa mattina ha organizzato  che una manifestazione di solidarietà.

Donna aggredita

La donna vive sola con due figli da accudire in via Cavour, a Treviglio. Nella giornata di sabato, secondo quanto riportato dal "Comitato di lotta casa per tutti Treviglio", la donna avrebbe subito un'aggressione piuttosto brutale da parte di una persona legata ai proprietari di casa. "All'inizio è stata aggredita solo a parole e poi anche fisicamente - raccontano i membri del Comitato -  È stata spintonata due volte e poi colpita da un uomo, imparentato con il proprietario, anche quando ormai si trovava in terra. L'aggressione si è consumata nel cortile di casa, davanti ai bambini, a loro volta malamente scacciati. Durante l'aggressione le è stato più volte intimato di andarsene e di stare zitta. Non è la prima volta che la signora subisce intimidazioni di questo tipo. Questa volta le è costato 7 giorni di prognosi per via delle percosse. Fortunatamente alcuni passanti e vicini di casa sono intervenuti, ponendo fine all'aggressione".

 Manifestazione e assemblea

Questa mattina alle 10 i  membri del "Comitato di lotta casa per tutti Treviglio" si sono ritrovati davanti alla casa della donna. "Vogliamo farle sapere che non è sola - hanno detto - e dimostrare che toccare uno vuol dire toccare tutti". Domani pomeriggio alle 15.30 invece si terrà un'assemblea del comitato sulla vicenda, sempre in via Cavour.

Il presunto aggressore: "Una marea di falsità"

Una versione del tutto diversa quella invece fornita dall'uomo accusato dell'aggressione, un libero professionista trevigliese. "Su di me sono state dette un sacco di falsità  - ha commentato   - le cose sono andate diversamente rispetto a come le hanno  raccontate la donna e il Comitato. E' stata la signora a prendersela con mia moglie. Eravamo in auto, io ero al telefono. La donna si è avvicinata alla macchina e ha inveito contro mia moglie, sbattendole con forza lo sportello dell'auto. A quel punto sono intervenuto e le ho chiesto cosa stesse facendo. Non l'ha presa bene. Mi è venuta incontro con fare aggressivo urlando invettive". E qui sarebbe avvenuto il contatto, ma non certo uno spintone.

"L'ho allontanata da me"

"Io l'ho solo allontanata. Di sicuro non l'ho spintonata a terra né non l'ho colpita in alcun modo. Non so come abbia fatto a cadere. In ogni caso, nel cadere, ma non certo per causa mia, si è fatta male a una mano. Nulla di grave, tanto che la signora si è rialzata ed è entrata in casa. Quando ha sentito le sirene dell'ambulanza in arrivo è uscita nuovamente di casa e si è ributtata a terra urlando. Nessuno si è permesso di maltrattare i bambini, io non li ho nemmeno visti. Semplicemente mia moglie ha detto alla donna che non era il caso di tenere un simile comportamento davanti ai bambini. Sono impegnato attivamente in un'associazione per la difesa della donna e non accetto che mi si accusi proprio di aver picchiato una donna".

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