Vivono in nove in una casa all'asta con il sussidio del padre malato

I genitori e sette fratelli minorenni vivono con il sussidio di disoccupazione del padre, malato di tumore.

Vivono in nove in una casa all'asta con il sussidio del padre malato
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Vivono in nove con il sussidio di disoccupazione del padre malato di tumore, in una casa messa all’asta per morosità nel pagamento delle spese condominiali.

In nove in una casa all'asta

Vivono in nove in una casa messa all'asta perché le spese condominiali arretrate ammontano a 35mila euro. Una storia di quelle che fanno stringere il cuore. Entrambi i genitori lavoravano all’ospedale milanese, poi la nascita di una bimba con un problema cardiaco. Una diagnosi sbagliata a sette mesi, un terribile calvario e il decesso a 13 anni, cui sono seguiti una causa legale agli ospedali, l’invito ad andarsene al padre, un risarcimento. Poi investimenti sbagliati in attività commerciali che sono finite male, la nascita di altri otto figli e la malattia del padre hanno mandato la famiglia sul lastrico. I rapporti si sono logorati al punto che la figlia maggiore se n'è andata e i genitori sono separati di fatto. La casa di proprietà rappresentava un sicuro tetto sulla testa, ma le scarse entrate hanno impedito di pagare le spese condominiali ed è finita all'asta.

Sette fratelli minorenni

Difficile sopravvivere, figurarsi pagare le bollette e così da quattro anni niente più riscaldamento, chiuso. I ragazzi, sette fratelli minorenni, dormono in uno stanzone riscaldato da una stufa a pellet, e la situazione è di quelle che fanno venire un tuffo al cuore se si pensa che alcuni di loro soffrono anche per disturbi fisici e psicologici.

«I servizi sociali sono attivi»

Nel frattempo la famiglia ha presentato ricorso, e vive così, come in un limbo. Un declino inarrestabile. I servizi sociali sono informati e collaborano altri enti ma per la famiglia è difficile intravvedere una luce in fondo al tunnel. Per loro in paese non sembra esserci una casa disponibile che sia abbastanza grande. Il nucleo è ben inserito e non vorrebbe lasciare Pandino.
«Siamo consapevoli delle condizioni di vita della famiglia, intorno alla quale c’è una rete di supporto che la sostiene e la tiene unita - ha spiegato il sindaco Maria Luise Polig - I servizi sociali sono attivi e così Caritas e “Fondazione San Vincenzo”. Alla famiglia vengono erogati contributi, riceve pacchi alimentari, sostegno psicologico e anche supporto legale. Sono garantiti trasporto sociale e assistenza a domicilio, ma è una realtà molto complessa. Purtroppo è vero, non ci sono case popolari che possano ospitarli, il Comune si è attivato anche su questo fronte. Nell’estrema ipotesi in cui perdessero la casa sarebbero ospitati in una struttura protetta, ma si fa di tutto per evitarlo».

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