Laurea falsa, direttore delle guardie giurate a processo

Ci sono anche rimborsi gonfiati e corsi mai tenuti tra le accuse mosse contro Michele Bardi, già direttore tecnico dell'Ivct poi rilevata dalla Gsi.

Laurea falsa, direttore delle guardie giurate a processo
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C'è anche l'accusa di aver presentato una certificazione di laurea falsa tra quelle che hanno portato il 40enne Michele Bardi a processo per truffa e falso. La parte offesa è la Gsi Security Group di cui era direttore tecnico e membro del Cda.

Security manager già all'Ivct

I fatti contestati risalgono al periodo tra il 2012 e il 2015. Il rapporto tra Bardi e la Gsi, in realtà, era iniziato nel 2014 quando l'azienda aveva rilevato l'Istituto di vigilanza Città di Treviglio (Ivct) dove il 40enne svolgeva il ruolo di direttore e security manager. Un rapporto concluso nel giugno 2016 dopo essersi opposto al licenziamento che lo aveva colpito nel 2015.

Laurea falsa in Giurisprudenza

Tra le accuse anche quella di falso ideologico e materiale per aver presentato una documentazione falsa attestante una laurea in Giurisprudenza mai conseguita. L'11 dicembre 2012, infatti, Bardi, avrebbe presentato in prefettura a Bergamo la documentazione per ottenere la licenza di pubblica sicurezza. Tra i documenti ci sarebbe anche la fotocopia di una certificazione dell'Università di Parma, in realtà fasulla, che attesterebbe una laurea appunto in Giurisprudenza conseguita nel 2010.

Falsi anche gli attestati dei corsi per le guardie

Il reato di falso, però, non si limita solo alla laurea mai ottenuta. Bardi, infatti, come direttore tecnico della Gsi era anche incaricato di occuparsi della formazione della sicurezza aeroportuale per il servizio svolto dall'azienda all'interno dello scalo di Orio al Serio per la zona cargo dell'Ups. Per svolgere il servizio le guardie giurate dovevano aver frequentato alcuni corsi di formazione, tra cui il Drg Basic. Per 24 di loro l'attestato di frequenza era arrivato, ma nessuno aveva frequentato alcun corso. A segnalare la questione era stato proprio un dipendente a cui era stata riconosciuta l'idoneità al lavoro in aeroporto a fronte di corsi a cui avrebbe partecipato, mentre in realtà si trovava in ferie. Da qui l'esposto presentato dall'azienda che era rimasta all'oscuro di tutto.

Rimborsi gonfiati finiti nelle sue tasche

Le contestazioni, avanzate dal pm Davide Palmieri, riguardano poi anche alcune somme di denaro percepite, ma non dovute. Si tratta di non meglio precisati "rimborsi chilometrici" erogati a due dipendenti, di cui una percentuale era rimasta nelle tasche di Bardi. Tutto per una cifra intorno ai tremila euro. Bardi, difeso dal legale Giovanni Ponte, ha respinto tutte le accuse.

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