«Non sono un musicista, sono un esodato» e canta per vivere

Stefano Maffi, 67 anni, cinque anni fa ha dovuto chiudere il suo bar e non è più riuscito a trovare lavoro

«Non sono un musicista, sono un esodato» e canta per vivere
Pubblicato:
Aggiornato:

«Non sono un musicista, sono un esodato» e canta per vivere.  Una camicia di jeans, una coppola dello stesso tessuto, una chitarra in mano con un repertorio che spazia da De Gregori ai Beatles, in tasca tanta passione e sul volto un sorriso umile e sincero. Stefano Maffi, 67 anni, da qualche tempo artista di strada del mercato di via Verdi. La sua postazione è il marciapiede di fronte ad una rosticceria che ormai è diventata la sua piazzola.

La storia

«E’ iniziato tutto quando ho perso il lavoro, nel 2012 - ha raccontato - Ero proprietario insieme alla mia ex moglie di un locale in provincia di Piacenza e gli affari hanno iniziato ad andar male, la banca chiamava tutti i giorni e ho dovuto fare una scelta». Maffi, allora 62enne, per non finire sul lastrico decide di mettere in vendita il bar e ricavarci quanto più possibile. «Il mio pensiero era soprattutto per le due dipendenti che avevo assunto - ha proseguito - volevo sistemare la loro situazione e alla fine il bar sono riuscito a venderlo a un cinese, che mi ha pagato giusto giusto la cifra per chiudere pulito gli affari». A quel punto l’uomo era convinto di poter andare in pensione, se non fosse che, in seguito alla riforma pensionistica del 2011 varata dal governo Monti, c'è stato un improvviso innalzamento dell'età pensionabile:, un gran numero di lavoratori si è trovata all'improvviso senza stipendio, senza assegno di pensione e anche senza ammortizzatori sociali. Fra questi lo stesso Maffi. «Ho chiesto lavoro in diverse ditte e aziende ma avevo una certa età e i datori cercavano persone più giovani - ha proseguito l’uomo - Cosi ho deciso di ingegnarmi: dovevo far qualcosa per risollevarmi, per vivere, così ho imbracciato la mia chitarra.

All'inizio un pò di vergogna, poi la consapevolezza

Stefano Maffi, 67 anni, mentre suono la sua chitarra sul mercato di via verdi

«All’inizio ho provato un senso di vergogna - ha aggiunto candidamente - Ma poi sono arrivato alla consapevolezza che non rubo niente a nessuno, non do fastidio e non chiedo niente: se le persone apprezzano quello che faccio possono darmi qualcosa». E la generosità non manca. «A fine mese, quando tiro le somme, non mi posso lamentare - ha proseguito - Le persone sono generose non solo dandomi qualche soldo ma anche umanamente, si fermano volentieri a parlare con me, a chiedermi come mai suono sui mercati e nelle piazze.

 

Leggi l'intervista completa sul numero di INCremascoweek domani, venerdì 22 settembre, in edicola e in edizione digitale.

Seguici sui nostri canali