Caso Ilaria Oleotti, oggi l'udienza per la morte della 26enne

E' pronto papà Gian Antonio Oleotti per presentarsi davanti al giudice e per mettere la parola fine per il processo per la morte di sua figlia 26enne

Caso Ilaria Oleotti, oggi l'udienza per la morte della 26enne
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Caso Ilaria Oleotti, oggi, venerdì, l'udienza per la morte della 26enne. E' pronto papà Gian Antonio Oleotti per presentarsi davanti al giudice e per mettere la parola fine per il processo per la morte di sua figlia Ilaria, la 26enne che scomparve il 26 maggio 2015 a causa di un tumore alla gamba diagnosticato, secondo la famiglia, tardivamente.

Imperizia, imprudenza e violazione dell'arte medica

Questo pomeriggio, venerdì, insieme al suo legale, si presenterà in tribunale a Cremona per l’udienza dopo che sono state disposte ulteriori perizie in modo da vederci maggiormente chiaro. Imputati sono un medico dello Sport al centro medico «San Lorenzo» e al centro medico polispecialistico «Medicina Domani» di Crema, e il responsabile del servizio di radiologia alla Fondazione «Maugeri» di Pavia ed ex primario del reparto di Radiologia dell’Azienda ospedaliera di Lodi, i due medici che ebbero in cura Ilaria e che sono imputati per negligenza, imperizia e imprudenza e violazioni delle leggi dell’arte medica.

"Risonanza mal interpretata"

Per l'ex primario la colpa sarebbe di «non aver correttamente interpretato le immagini della risonanza magnetica del 18 dicembre 2013 e nell’aver omesso di svolgere gli indispensabili approfondimenti diagnostici costituiti dalla ripetizione dell’esame dopo infusione di mezzo a contrasto paramagnetico per valutare l’eventuale impregnazione contrastografica della lesione e per non aver prescritto l’esame istologico da effettuarsi mediante ago-biopsia della lesione».  Il medico dello sport inoltre, è accusato di «aver omesso di richiedere la necessaria consulenza specialistica ortopedica già nel dicembre 2013, e nell’aver omesso di valutare il progressivo accrescimento della massa e il peggioramento delle condizioni della paziente, perseverando per mesi nella prescrizione di trattamenti per ematomi nonostante il continuo accrescimento delle dimensioni della neoformazione evidenziata già dal 18 dicembre 2013».

"Come in una congrega di amici"

"Il gip ha ritenuto di nominare supervisore di tutti e tre i medici della procura Marco Gipponi, un oncologo chirurgo, che si è eretto a censura di professionisti ben più competenti di lui, pretendendo cioè di correggere un tema di radiologia il medico radiologo della Procura - ha detto duramente papà Gian Antonio - A differenza di quanto esposto alla data della sua convocazione di incarico avanti al GIP, di doversi avvalere della consulenza di un radiologo non di parte per la lettura della risonanza magnetica di mia figlia del 18 dicembre 2013, già positiva per una lesione solida infiltrante es espansiva dei muscoli della coscia destra delle dimensioni superiori ai cinque centimetri non è stato di parola: ha dichiarato pur non essendo un radiologo, di aver letto la la risonanza, erroneamente interpretata dal responsabile di radiologia con i soli consulenti presenti degli imputati, cioè, consulenti tecnici di parte dei due medici praticamente come in una congrega di amici".

 

 

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