Sulla via Francigena con la benedizione del vescovo di Canterbury

L’ennesima impresa del maestro Gianluigi Consolandi di Calcio.

Sulla via Francigena con la benedizione del vescovo di Canterbury
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Da Canterbury a Besancon, sulle orme della via Francigena, 700 chilometri a piedi in 24 giorni, tra il sole rovente e la pioggia battente. È l’ennesima impresa del maestro Gianluigi Consolandi di Calcio che ha collezionato finora otto cammini e nelle gambe 5400 chilometri.

Sulla via Francigena

È ormai l’ottavo anno che il maestro Consolandi percorre i cammini spirituali, ma quello di quest’estate è stato per lui il più sentito, grazie anche a un incontro imprevisto e straordinario con il vescovo di Canterbury. “La via Francigena – racconta Consolandi - è il percorso più importante ed il primo di cui si abbia notizia. È l’itinerario percorso dall’arcivescovo Sigerico nell’anno 990 per ritornare a Canterbury da Roma dopo l’investitura del Pallio Arcivescovile da parte di papa Giovanni XV".

Lungo strade romane

Nell'itinerario anche strade dell'epoca romana. "Ormai il percorso originario è tutto asfaltato ed è rimasto poco o niente. Io e i miei compagni abbiamo preso delle stradine in mezzo ai campi, alcune delle quali risalgono all’epoca romana. Le riconosci perché sono tutte dritte e non hanno nemmeno un albero per ripararsi”.

In partenza dal km zero

Con il maestro c’erano Pier Luigi Donati, di Calcio e Luca Audasso di Torino, conosciuto durante un cammino verso Roma, nella tappa di Costamezzana. “Il 5 agosto siamo arrivati a Canterbury – ha raccontato – al chilometro zero, vicino alla cattedrale. Ci siamo presentati come pellegrini all’addetto che stava facendo da guida a un altro gruppo. Subito questo signore ha mollato quello che stava facendo per venire verso di noi e farci il timbro sul nostro passaporto del cammino".

La benedizione del vescovo di Canterbury

"Dopodiché - continua il maestro - abbiamo visto uscire dalla cattedrale dei reduci di guerra e un sacerdote che io avevo già visto in televisione, il vescovo di Canterbury! Così mi avvicino, spiego che siamo pellegrini e chiedo dov’è il chilometro zero. Lui ci accompagna e ci dà la benedizione, poi scattiamo una foto tutti insieme. Non so a quanti pellegrini sia mai capitata questa esperienza, io credo che fosse tutto programmato”.

Memorabile l'accoglienza dei francesi

Un cammino che ha lasciato nella memoria dei pellegrini la bellezza della natura e l’accoglienza delle persone. “Tra le cose belle che ho trovato in questo cammino – racconta – è l’incredibile disponibilità dei francesi. Quando ti fermi per una sosta c’è gente che si avvicina e ti offre da bere. I paesi sono paesi fantasma, dove non si vede nessuno per strada e non ci sono posti dove mangiare, tanto che in alcune tappe non abbiamo pranzato. Ricordo una signora che ci ha invitato a casa sua per un caffè, ci ha offerto affettati e formaggio perché non c’erano negozi e tutta entusiasta ci ha fatto sentir suonare l’organetto. Questa accoglienza per un pellegrino è fondamentale, una cosa fantastica che in Italia non ho mai visto salvo rare eccezioni.

L'energia della natura

"La natura che si può ammirare in questo itinerario - racconta il maestro - ti dà un’energia impagabile, camminare in mezzo ai boschi, in un silenzio assoluto e sulla spiaggia del lungomare con i piedi in acqua. L’itinerario è segnalato da un omino anche se le indicazioni scarseggiano e c’è rischio di perdersi. Altra cosa che mi ha scioccato è la quantità di cimiteri al nord, vicino alle chiese e i resti di un’abbazia bombardata durante la seconda guerra mondiale”.

Ora il libro e poi di nuovo in viaggio

Tornato a casa il maestro sta già pensando al suo libro, il quarto, sul cammino appena vissuto e al prossimo obiettivo. “Il prossimo anno continuerò il cammino da Besancon – ha svelato – fino a Fidenza, per 900 chilometri. L’ultimo mio obiettivo è il cammino da Acri, dove c’è la fortezza dei crociati, a Gerusalemme”.

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