Bcc Treviglio, cosmetica di bilancio e "fondi avvoltoio"

Bcc Treviglio, cosmetica di bilancio e "fondi avvoltoio"
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Ancora una volta parole dure nei confronti della Bcc Treviglio. Il mittente è sempre lo stesso, Elio Massimino, che ha scritto una lettera aperta indirizzata ai vertici dell'istituto di credito.

Bcc Treviglio, la lettera di Massimino

Quando vennero comunicati pochi numeri della semestrale 2017 in utile, scrissi su questo giornale (29/9/2017) che non vedevo nessun miglioramento ma solo una manovra di abbattimento degli accantonamenti su sofferenze. Sono operazioni consentite dalla legge (se siano opportune è opinabile), che qualcuno definisce “cosmetica di bilancio”. Gli ultimi dati sulla chiusura del 2017 confermano il mio giudizio ma segnalano anche l’indebolimento della capacità di guadagnare. È vero che i profitti da interessi da anni vanno diminuendo, ma le banche più efficienti rallentano tale discesa e compensano con una crescita ancora maggiore dei guadagni su commissioni. Bcc Treviglio nel 2017 ha guadagnato ben 1,5 milioni in meno come differenza tra interessi attivi e passivi e solo 563 mila euro in più alla voce commissioni nette. In un anno con un Pil a +1,5%, il “margine di intermediazione”, che è l’indicatore dei guadagni da “attività caratteristica”, è sceso di 896 mila euro. L’utile quindi è dovuto soprattutto alla riduzione a 15-20 milioni dell’accantonamento su sofferenze, che invece nel 2016 era stato di 35 milioni. Adesso tale fondo è al 48,4% delle sofferenze e ritengo che non sia adeguato. Mi limito a segnalare la annunciata vendita (o svendita) di sofferenze per 80 milioni a quei fondi che i giornali chiamano avvoltoi. Altre banche, a cominciare da MPS, hanno incassato circa il
20% del valore nominale, BCC Treviglio spera in un 25-30%, che comunque comporterebbe una nuova perdita di almeno 18 milioni. Infatti si incasserebbero al massimo 24 milioni su crediti del valore nominale di 80 e a libro per circa 42. Questa perdita più che probabile è stata rinviata al 2018 invece di venire prudentemente “spesata”. Un po' come mettere la polvere sotto il tappeto. Le banche che non cedono questi crediti invece portano a casa, anche se occorre più tempo, dal 40 al 50%. Troverei dunque opportuno che Bcc si attivasse direttamente per i recuperi, se necessario con azioni legali ma con equilibrio e in qualche caso con compassione. Nell’interesse dell’economia locale, della Banca e per ragioni sociali, non condivido la scelta di dare in pasto a un fondo “speculativo” centinaia di soci, privati e aziende.

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