Diplomati magistrali a rischio cancellazione, oggi il presidio a Bergamo

Solo nella provincia di Bergamo sono un migliaio le insegnanti che rischiano di vedersi cancellate dalla graduatoria a esaurimento.

Diplomati magistrali a rischio cancellazione, oggi il presidio a Bergamo
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Diplomati magistrali a rischio cancellazione, oggi il presidio a Bergamo. Prosegue senza sosta la protesta degli oltre 50mila insegnanti, diplomati magistrali entro il 2001-2002, che a causa di una sentenza del Consiglio di Stato hanno visto annullarsi il proprio titolo professionale.

Diplomati magistrali oggi in presidio a Bergamo

Sono circa mille, solo a Bergamo, le maestre che rischiano il posto di lavoro a seguito della sentenza del Consiglio di Stato che non riconoscerebbe loro il diritto di insegnare. E questa mattina un centinaio di loro, guidato dai sindacati, ha presidiato il Provveditorato di via Pradello. Un inizio anno da incubo per queste lavoratrici.

Fuori dalla graduatoria

“La sentenza del Consiglio di Stato – dice Salvo Inglima, segretario generale di CISL Scuola Bergamo - ha sostanzialmente decretato che i docenti che hanno conseguito i diplomi magistrali entro il 2001 non hanno diritto a essere inseriti nella Graduatoria a esaurimento. Questo comporta che nonostante le diverse pronunce giudiziarie precedenti di segno opposto, in Italia decine di migliaia di docenti della scuola dell’infanzia e primaria rischiano di essere depennati dalla graduatoria. Molti di loro sono già di ruolo, cioè assunti a tempo indeterminato".

Oggi incontro al Miur

"Nella nostra provincia, un migliaio di docenti si trovano in questa situazione. Oggi pomeriggio ci sarà un incontro al Miur per trovare una soluzione che tuteli i docenti e garantisca la continuità didattica - ha proseguito Inglima - È una situazione che lede i diritti dei lavoratori e la continuità didattica nelle scuole. Noi spingeremo perché l’anno scolastico venga concluso normalmente, anche perché la magistratura ha già deciso che il titolo è valido, ora serve una decisione politica, che impedisca che per molti insegnanti si concretizzi una carriera di precario, nonostante i progressi ottenuti in graduatoria negli anni passati".

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