Gruppo Gandola, due anime per una realtà che produce dolcezze

L’attività da quarant'anni prepara biscotti nella sede di Rudiano e oltre mezzo secolo creme spalmabili a Ponte San Marco

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Il 1964 è stato un anno piuttosto particolare per le imprese. Furono dodici mesi ricchi di nuove nascite, dalla SIP alla Nike (con il marchio Blue Ribbon Sports), passando per Bennet e Maina. In quello stesso periodo Aldo Gandola, all’età di 59 anni e ormai prossimo alla pensione, scelse di pensare al futuro della sua famiglia. A Ponte San Marco nacque così la A. Gandola & C. La prima pietra fu posata a luglio e ad ottobre iniziò la produzione di creme spalmabili al cacao e nocciole. Ma ancora non bastava. Nel 1978 fu rilevato un biscottificio di Rudiano nato soltanto un anno prima: ecco la Gandola Biscotti, che proprio nel 2018 ha festeggiato i quarant’anni di attività.

I numeri del Gruppo Gandola

Il Gruppo Gandola si compone dunque di due entità separate, entrambe guidate con successodalla famiglia Gandola, ed è in grado di mettere in mostra numeri davvero importanti: 34 milioni di euro fatturati nel 2017 (dato che sarà sostanzialmente confermato anche nel 2018); 110 dipendenti, fra operai e impiegati, impegnati nelle due strutture (e nei periodi di maggior lavoro le aziende ricorrono anche al lavoro interinale); una potenziale produzione di 40 tonnellate di biscotti al giorno; un’area di 20mila metri quadrati a Ponte San Marco (di cui 11mila coperti) e 15mila a Rudiano (8.500 coperti).

Un’impresa che continua a correre

L’Italia rappresenta il 90% del mercato del Gruppo, mentre il restante 10% è da dividersi fra Serbia, Spagna, Francia, Danimarca, Canada e Nord Africa. E la direzione per il futuro è subito tracciata: l’obiettivo principale è espandersi sempre più fuori i confini nazionali ampliando il mercato estero. Inoltre il gruppo sta cercando di unificare la gestione commerciale e direzionale della A. Gandola & C. e della Gandola Biscotti. A proposito. Per la ditta di Rudiano sono stati realizzati negli ultimi anni un nuovo capannone, una nuova linea di frollini ripieni e persino una nuova linea di confezionamento monoporzionato (da 2, 3, 4 o 6 biscotti per porzione).

Giorgio Gandola, imprenditore e poeta

Dopo la scomparsa, nel 2002, del fondatore Aldo Gandola, a prendere il timone delle aziende è stato il figlio Giorgio, assumendo il ruolo di presidente. Oggi ci sono anche i figli di Maria Claudia (sorella di Giorgio, anche lei in azienda), ossia Aldo e Bianca Lombardi (responsabili acquisti ed export, terza generazione in azienda). Loro due, con lo zio Giorgio, il dottor Cid Barbuti (direttore generale e figura storica), il responsabile commerciale Sebastiano Giove e il direttore tecnico Corrado Bellotti compongono il CODA (Consiglio Operativo di Direzione Aziendale), l’organo che si occupa di gestire gli investimenti di entrambe le ditte. A tenere la barra dritta e a impersonare i valori su cui è stata fondata questa realtà è ancora Giorgio Gandola: 77 anni, imprenditore e poeta (dal 1961 come tiene a ricordare), dotato di una sensibilità particolare, è lui il numero uno del gruppo che porta il suo cognome.

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«Fonte di economia e di possibilità sociale»

«Sono passati tanti anni, ma oggi come allora soltanto con l’umiltà è possibile ascoltare e fare esperienza: non servono arroganza e presunzione. Bisogna ricordarsi sempre che gli affari vanno fatti in due e inoltre non possiamo dimenticare la nostra storia, tenendo conto non solo del profitto ma anche dell’aspetto sociale». Il presidente spiega poi il concetto: «L’azienda deve avere i suoi utili, ma anche salvaguardare i rapporti con le persone, i collaboratori e gli operai. Investiamo per lo sviluppo, ci autofinanziamo, ma ciò che cerco davvero è la collaborazione del personale, perché siamo tutti sulla stessa barca». E allarga il campo anche all’intero settore imprenditoriale: «Se si vuole che le aziende vadano avanti, dobbiamo remare tutti insieme nella stessa direzione - continua - Sono convinto che le fabbriche siano una fonte di economia ma allo stesso tempo anche una possibilità sociale».

Il mercato del bio

Il focus ritorna poi sul Gruppo Gandola: «Il nostro mercato principale è quello bio, riguarda il 70% delle nostre produzioni. Alla base di tutto c’è l’innovazione e di conseguenza abbiamo fatto grandi investimenti per restare al passo con la tecnologia. L’altro punto cardine sono le materie prime: le acquistiamo da fornitori di qualità, garantendo al cliente sicurezza e prodotti di alto livello». L’ultima battuta è sul suo futuro: «Sto cercando di passare il testimone ai miei collaboratori più stretti, ai miei nipoti, vedremo...».

L’azienda in breve

Il Gruppo Gandola è un’importante realtà della distribuzione di prodotti alimentari e dolciari. Tutto cominciò nel 1964 quando, nel settore delle creme spalmabili al cacao, latte e nocciole (oggi in vaso, bicchiere e monoporzione), portò sul mercato la novità del prodotto “bicolore” e, nelle creme semi-solide, il Cremino. Da subito l’azienda iniziò ad operare nel campo delle private label, ponendosi qualitativamente come alternativa all’azienda leader. Ora, la crema è affiancata dal cioccolato, dalla pasta da taglio e da snack. Nel 1978 con l’acquisizione del biscottificio, il Gruppo Gandola si è inserito nel mercato dei frollini e savoiardi (in seguito anche di altri prodotti), puntando forte soprattutto a partire dagli anni Novanta sui prodotti biologici e funzionali. Votata al 100% alle produzioni per marchi privati, cerca di creare un principio di collaborazione con i clienti, soddisfacendo le loro esigenze nei limiti della sostenibilità economica. Per informazioni consultare www.gandola.it.

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