Profughi: stop ai contratti a sorpresa

Anche il Comune di Palosco accoglie l'ordinanza sui richiedenti asilo. In paese ci sono già una decina di minorenni ospiti dell'associazione Mato Grosso

Profughi: stop ai contratti a sorpresa
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Profughi: stop ai contratti a sorpresa con un’ordinanza del sindaco di Palosco Mario Mazza. Essa vieta di sottoscrivere contratti d’affitto con la prefettura senza avvisare preventivamente l’Amministrazione. Il sindaco mette alle strette i cittadini che intendono sottoscrivere accordi con soggetti che abbiano tra le finalità l’ospitalità di richiedenti asilo. Palosco ospita già sul suo territorio una decina di ragazzi minorenni. Sono ospiti dell’associazione Mato Grosso, nell’ex asilo delle suore poverelle.

Profughi: la rivolta dei sindaci

Dopo il Comune di Covo, anche Palosco dice basta ai contratti «a sorpresa» con le cooperative dell’accoglienza. Lo fa con la stessa identica ordinanza sindacale urgente che sta girando nei diversi Comuni.  In nome dell’emergenza sanitaria e di igiene pubblica e per l’ordine e la pubblica sicurezza dei cittadini. Sono recenti le vicende che stanno coinvolgendo i Comuni della Bassa, per cui i sindaci erano gli ultimi a sapere dell’arrivo dei profughi sul proprio territorio. Anche Mazza mette le mani avanti e chiede trasparenza. Così come i sindaci dell’ambito 14 che hanno protestato contro l’ennesimo bando tra prefettura e privati. Avrebbe portato nei territori comunali 250 richiedenti asilo gestiti da due cooperative piemontesi.

Obbligo di avvisare il Comune possibili accordi con la prefettura

L'ordinanza si rivolge ai proprietari di beni immobili o soggetti che abbiano il possesso di beni immobili e possano validamente disporne. Essi devono comunicare preventivamente all’Amministrazione la sottoscrizione di contratti di locazione o di comodato o di concessione di qualsiasi diritto di utilizzo, con soggetti che abbiano tra le finalità l’ospitalità di richiedenti asilo. Di comunicare inoltre la partecipazione a bandi indetti da parte di qualsiasi organi pubblico al fine dell’ospitalità e gestione dell’emergenza dei richiedenti asilo. E inoltre, l’esito della gara entro cinque giorni dall’uscita delle graduatorie. Avvisare anche nei 15 giorni precedenti la sottoscrizione di accordi con gli organi e le Amministrazioni pubbliche  deputate alla gestione dell’emergenza.

Relazionare al Comune sullo stato della struttura

Gli interessati dovranno inviare al Comune il contratto stipulato con la prefettura o altro organo dello stato con allegata la copia della conformità degli impianti, rilasciati dal professionista incaricato. Dovrà essere redatta l’autocertificazione con l’atto di agibilità dei locali, con indicazione della durata del rapporto, dell’immobile, del numero dei richiedenti asilo da ospitare. Infine, inviare una relazione quindicinale al Comune, riguardo l’organizzazione interna della struttura. Quanti sono i soggetti che vi alloggiano, la loro provenienza e altre informazioni riguardo la loro salute. In caso di violazione degli obblighi, la sanzione sarà dai 150 ai 500 euro. La conoscenza di profughi sul territorio comporta infatti «necessità di specifiche – si legge nell’ordinanza – iniziative amministrative. Possibili situazioni di disagio socio sanitario, circostanze che vanno ad incidere sulla pubblica sicurezza. Prevede la necessità di azioni comunali al fine di favorire l’integrazione e la socializzazione dei soggetti ospitati».

D'accordo anche Progetto Comune

Anche la minoranza applaude la scelta del sindaco. Progetto Comune contro extracomunitari e gli sciacalli che fanno affari d’oro con i richiedenti asilo. Non usa mezzi termini Sergio Cascio che approva l’ordinanza emessa dal sindaco Mario Mazza riguardo l’emergenza richiedenti asilo. «Dovremo cacciarli tutti questi extracomunitari e tutti quelli che li sfruttano arricchendosi – ha detto Cascio. – Non sono affatto contrario alla decisione del sindaco, non saprei se la sua ordinanza possa effettivamente valere contro le decisioni del prefetto. Ma gli immigrati stanno diventando troppi, non c’è più posto. Ma, oltre che con loro, bisognerebbe prendersela con chi sfrutta la loro condizione per fare guadagni. E di associazioni di questo genere ce ne sono parecchie».

 

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